Il Ministero degli Idrocarburi egiziano ha negato recisamente le voci diffusesi tra i rappresentanti dei media secondo le quali negli ultimi giorni sarebbe ripreso il pompaggio di gas verso Israele attraverso la rete metanifera del Sinai. Le stazioni di pompaggio che portavano il gas verso Ashkelon sono state sabotate più volte negli ultimi mesi, fino a quando la fornitura di metano allo Stato ebraico non é stata completamente interrotta.
Grazie alle pressioni politicamente motivate del dittatore Hosni Mubarak Israele riceveva il 40 per cento del suo fabbisogno di gas a prezzi ridicolmente più bassi di quelli di mercato. Dopo la sua cacciata, tuttavia, il Governo transitorio egiziano ha annunciato più volte che, una volta riparati i danni al metanodotto, bisognerà aprire un round di trattative con Israele per concordare prezzi di vendita più rispondenti alla realtà. Il Premier sionista Netanyahu ha già annunciato che non accetterà aumenti di prezzo. I cittadini egiziani, dal canto loro, vorrebbero che la fornitura di metano a Israele sia definitivamente interrotta.
L'Egitto potrebbe benissimo vendere il suo metano ad altri acquirenti internazionali disposti a pagare prezzi di mercato e in grado di prelevarlo con navi-cisterna LNG, oppure impiegarlo come combustibile nella sua rete di centrali elettriche turbogas, che conta 15 impianti in tutto il paese, di potenza variabile tra i 20 (Ismailyia) e i 650 MW (Sidi Kerir).
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.
Nessun commento:
Posta un commento