Il Movimento per la Jihad Islamica in Palestina ha annunciato poche ore fa di avere catturato una spia collaborazionista nel sud della Striscia di Gaza e di averla prontamente consegnata alle forze di sicurezza di Hamas, in quanto legali tutrici dell'ordine nell'enclave assediata da Israele. L'agente israeliano sarebbe corresponsabile dell'omicidio di ben sedici membri delle forze di resistenza palestinesi, le cui identità e i cui spostamenti il traditore avrebbe puntualmente comunicato agli assassini sionisti.
L'agenzia di stampa cinese Xinhua ha confermato i comunicati della Jihad Islamica secondo i quali l'identificazione della 'talpa' avrebbe impegnato per mesi i migliori esperti di controspionaggio di Gaza. Sempre da fonte cinese arriva la notizia che, mentre gli israeliani perdevano una delle loro pedine principali a Gaza la loro macchina repressiva metteva a segno il rapimento di altri sette membri o simpatizzanti della Resistenza in Cisgiordania, dove, dopo la sigla del protocollo cairota di riconciliazione tra Hamas e Fatah la fazione di Mahmud Abbas ha interrotto le sue retate.
In mano agli israeliani i prigionieri palestinesi subiscono sistematicamente abusi e torture, pienamente appoggiati e legalizzate nel regime sionista, che con sfacciataggine spudorata le chiama "moderate pressioni fisiche".
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