Un grande successo ha coronato la missione egiziana del Premier palestinese Ismail Hanyieh, che, dopo aver incontrato tutte le massime cariche dello Stato e i rappresentanti della Camera recentemente eletta ha dichiarato che il problema della penuria energetica nella Striscia di Gaza verrà presto risolto "radicalmente", grazie "all'attivazione di alcuni meccanismi su cui abbiamo avuto assenso e rassicurazione da parte del Cairo".
Oltre alle figure istituzionali e politiche Haniyeh si é anche intrattenuto a lungo a parlare con il Presidente della Banca Islamica per lo Sviluppo nel corso di una lunga e approfondita conversazione telefonica, totalmente incentrata sui bisogni e le condizioni del ghetto costiero assediato da quasi cinque anni dal blocco economico israeliano. Anche il portavoce del Governo palestinese Tahir al-Nunu ha affermato che vi sono stati 'segnali molto positivi' durante i recenti colloqui per risolvere la situazione di Gaza.
Intanto, in attesa di iniziative più radicali e durature, il Ministro dell'Energia Elettrica egiziano Hassan Younis ha dichiarato ieri che il suo paese fornirà a Gaza 22 MW di elettricità al giorno a partire dalla prossima settimana, cominciando così ad alleviare i disagi causati dal fermo pressoché totale dell'unica centrale termoelettrica attiva nella Striscia, rimasta recentemente senza carburante. Non vi sono invece notizie definitive sul preteso tentativo di Omar Khattana (membro di Fatah e responsabile dell'Autorità energetica per la Cisgiordania) di 'sabotare' la trasferta egiziana degli ex-dipendenti dell'Authority in modo da tentare di impedire che Hamas potesse avocare a sé la soluzione della crisi elettrica di Gaza.
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