In una lettera estesa al rappresentante diplomatico nella giornata di ieri i familiari di Al-Aisawy hanno ricostruito le fasi del fermo e dell'arresto dell'uomo, bloccato a un posto di blocco tra Al-Zaeem e Issawiya nella città occupata di Gerusalemme dove si é visto elevare le più preposterose accuse e trarre in stato di fermo e poi in detenzione. La famiglia ha sottolineato come nei termini del rilascio di Samir non fossero specificati obblighi di residenza o impedimenti alla libera circolazione.
Inoltre dal momento della sua liberazione nell'autunno 2011 Samir era già stato convocato per i più futili motivi ben quattro volte da autorità sioniste, che evidentemente aspettavano il momento in cui, eventualmente, avesse mancato di presentarsi al loro appello per poterlo più comodamente accusare di una trasgressione qualsiasi e poterlo ri-arrestare. Tuttavia la grande diligenza dell'ex-detenuto politico le ha infine costrette ad agire nella maniera maldestra e affrettata sopra descritta, compiendo un chiaro abuso contro il quale l'Egitto, garante della trattativa di liberazione, non dovrebbe mancare di sollevare la propria voce nelle sedi più appropriate.
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