Pur esprimendo preoccupazione per le condizioni del fratello, la cui salute non é buona, e augurandosi di sapere presto se egli si trovi ancora nella provincia di Qatif o sia invece stato trasferito all'Ospedale di Massima Sicurezza di Riyadh, Mohammed al-Nimr ha confermato che la lotta per l'affermazione dei Diritti degli Sciiti é sul punto di entrare nel vivo e ha confermato che, se la monarchia saudita non permetterà la loro affermazione, allora l'unica altra strada aperta di fronte agli abitanti delle province orientali del Golfo (le più ricche del petrolio che riempe i forzieri di Casa Saoud) sarà quella della secessione, ma ha negato che suo fratello abbia mai auspicato una unione tra province costiere orientali e l'arcipelago di Bahrein, che darebbe vita a un nuovo stato a maggioranza assoluta sciita nel Golfo Persico, dopo la Repubblica Islamica iraniana.
"Le affermazioni di mio fratello riguardo la secessioni erano comunque retoriche e fortemente condizionali; come lui la maggior parte della società civile sciita spera in una linea pragmatica da parte del Ministero degli Interni saudita che permetta riforme in grado di soddisfare le nostre richieste senza pregiudicare l'unità dello Stato in cui viviamo". Mohammed al-Nimr ha anche messo in guardia dal prendere per buona la propaganda saudita che parla di "cellule iraniane" in procinto di essere attivate da Teheran, e di 'movimenti armati' che potrebbero prendere il posto delle dimostrazioni e delle manifestazioni pacifiche con cui gli sciiti finora hanno dato voce alla loro protesta e al loro anelito di Libertà e Democrazia.
"Quando vogliono seminare paura tra i cittadini sunniti i reali sauditi tirano sempre in ballo Sciiti e Iraniani come 'uomo nero', la verità é che molti Sunniti ormai sono stufi quanto noi della corruzione dell'autoritarismo dei Saoud e vogliono a loro volta riforme e Democrazia, se é pur vero che ci sono molte armi in giro nel paese il bilancio delle forze é sempre nettamente a favore del regime e inoltre gli intellettuali sciiti sono contro le azioni armate: anche la Rivoluzione Islamica in Iran si é affermata con manifestazioni, marce, proteste pacifiche, l'unica violenza usata fu quella del Regime, non vediamo perché in Bahrein o in Arabia Saudita gli Sciiti dovrebbero comportarsi diversamente e passare alla lotta armata: le poche azioni in questo senso finora sono state meramente dimostrative".
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