Con la sua cieca repressione di ogni movimento di protesta il regime di Casa Saoud non fa che creare nuovi simboli e nuovi martiri che accendono e infiammano la voglia di cambiamento e riforme non soltanto della minoranza sciita che abita la costiera del Golfo Persico, ma di tutta la popolazione, stufa di venire trattata come gregge di sudditi dalla corrottissima dinastia Al-Saoud.
Spesso le dimostrazioni si concludono con la violenza delle forze militari saudite che spesso lascia sul terreno feriti gravi e morti, tuttavia é da febbraio 2011 che il fermento di protesta continua, nonostante tutte le intimidazioni, gli arresti e le vere e proprie stragi (come quella di novembre scorso) con cui la corte di Riyadh tenta, invano, di soffocarlo.
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