Abbiamo già indicato come i Curdi abbiano offerto rifugio al terrorista latitante Tarik al-Hashemi, sfidando direttamente l'autorità giudiziaria irakena e come abbiano consentito il transito di agenti ed esplosivi sionisti per la preparazione dell'attentato contro il tecnico nucleare Roshan ma quello che é recentemente avvenuto tra Rabyah e Zimar é infinitamente più grave e potrebbe costituire una vera e propria dichiarazione di ostilità al Governo centrale che speriamo ne tragga le conseguenze e metta in opera le misure per asserire la sua autorità su tutto il territorio nazionale anche ricorrendo alla forza e all'abbattimento di ogni 'zona franca' di Curdi, ovunque essi possano nascondersi.
Uomini della 10 Divisione dell'Esercito irakeno in viaggio dalla zona di Rabyah verso Zimar dove avevano ricevuto ordine di rafforzare il controllo sulla frontiera con la Siria e impedire il transito di armi, munizioni e uomini a rinforzo dei gruppi terroristi wahabiti nella Repubblica Araba si sono visti bloccare la strada da 'peshmerga', briganti e miliziani curdi della 'cosiddetta' VIII brigata che li hanno minacciati con le armi. Il Premier irakeno Nouri al-Maliki così ha commentato l'increscioso incidente: "Lo schieramento di truppe nazionali a Zimra serve agli interessi irakeni evitando il crearsi di basi di appoggio al terrore sul nostro territorio, per quanto autonome anche le zone curde devono sottostare all'autorità legittima del Governo centrale e non assumere atteggiamenti che potrebbero essere fonte di conflitto".
Maliki ormai non può fare finta di ignorare la minaccia curda: é chiaro che i Curdi sono in combutta con i servizi sauditi e qatarioti per sostenere i gruppi di mercenari e terroristi in Siria forse nella speranza di ritagliarsi un pezzettino di Siria da aggiungere al loro vagheggiato 'curdistan'; il Governo e l'Esercito irakeno devono subito rivolgersi ai loro fidi alleati e riceverne aiuto e sostegno su come meglio affrontare e neutralizzare questo pericolo.
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