Le Brigate Salah ad-Din, braccio armato dei Comitati di Resistenza Popolare, organizzazione palestinese attiva soprattutto nella Striscia di Gaza e nota per i suoi intensi e profondi contatti con l'Hezbollah libanese, hanno annunciato, con un comunicato rilasciato nella giornata di ieri, che in tutto il corso del passato anno le perdite subite dai loro ranghi ammontano ad appena 13 unità.
La dichiarazione fa giustizia di molte rodomontesche dichiarazioni sioniste che, come nel caso dell'ultimo confronto militare contro Gaza, dichiarano di avere eliminato numeri del tutto assurdi e ridicoli di combattenti palestinesi. La maggior parte dei caduti, secondo il comunicato delle Brigate, si sono avuti nei reparti di artiglieria mobile, particolarmente negli otto giorni di guerra aperta contro l'occupazione sionista a fine novembre.
Ma fra i caduti va anche incluso il leader dei Comitati di Resistenza, Sceicco Zuhair al-Qaisi, caduto vittima di un codardo attacco aereo sionista alla vigilia della scorsa primavera: possa, dal Cielo degli Eroi, avere testimoniato dell'abnegazione dei suoi seguaci nel vendicare il suo sacrificio. Le Brigate Salah ad-Din hanno rivendicato il lancio di centinaia e centinaia proiettili razzo e bombe di mortaio contro obiettivi sionisti, nonché l'uccisione di quattro militari dell'Occupazione.
Le Brigate Salah ad-Din si confermano fedeli ed entusiastiche esecutrici delle direttive dei Comitati di Resistenza Popolare, che vedono nella lotta armata senza "se" e senza "ma" l'unica via praticabile per contrastare la politica annessionista dell'occupazione israeliana e per arrivare, finalmente, alla liberazione di tutta la Palestina.
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