Oltre ventimila uomini delle forze armate di Bagdad sono stati impiegati in una manovra a vasto raggio nelle province di Niniveh e Anbar, nell'Ovest del paese al confine con la Siria, contro i covi e le basi di cellule terroristiche takfire e wahabite in lega coi mercenari stranieri ancora attivi in Siria. Con l'uso massiccio di elicotteri e il supporto aereo dell'aviazione gli uomini al comando del Generale Ali Ghaidan Majeed hanno distrutto dozzine di covi terroristici, abbattendo molti militanti e catturandone altri, facendo particolarmente attenzione a prendere vivi i capi delle fazioni più ramificate e pericolose.
Uno sforzo particolare é stato profuso nel tentativo di rendere sicuro e tenere sotto controllo il confine lungo ben 600 chilometri che il paese mesopotamico condivide con la Repubblica Araba Siriana, ultimamente impegnata in vaste e vittoriose manovre militari contro l'insorgenza wahabita sostenuta dalle potenze imperialiste. A più riprese l'Irak ha denunciato il sostegno prestato all'insorgenza qaedista da parte di Turchia, Arabia Saudita, Qatar e altri attori regionali, intuendo correttamente come, in mancanza di progressi decisivi contro la Siria questi 'sponsor' del terrorismo cercheranno giocoforza di destabilizzare i paesi con essa confinanti (Irak in primis, ma anche Libano, come si sta vedendo in questi giorni a Tripoli Siriaca), per cercare di stabilire salde basi oltreconfine da cui continuare a rifornire e alimentare i gruppi armati attivi contro Assad.
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