Il missile antiaereo Sayyad-1, in forza ai reparti antiaerei della Repubblica Islamica fin dalla fine degli anni '90 era una modernizzazione del missile cinese HQ-2, a sua volta derivato dall'S-75 russo, il più diffuso sistema di difesa antiaereo del mondo; adesso, dopo un test definitivo coronato da successo avvenuto appena un anno addietro, l'industria della Difesa di Teheran ha già allestito il primo centro di produzione in serie del modello successivo (Sayyad-2), che, a partire dall'aspetto, denuncia una evoluzione radicale dalla sua prima incarnazione.
Secondo quanto comunicato dalle agenzie ufficiali iraniane il Sayyad-2 é in grado di migliorare i già alti livelli di performance del modello precedente in particolare riguardo la capacità di individuare, inseguire e colpire bersagli che presentino una sezione radar quantomai ridotta, che sfuggirebbe ad altri tipi di vettore. Montati su camion in cellule da due o quattro lanciatori i Sayyad-2 sono estremamente mobili e possono venire posizionati dove ritenuti necessari con velocità e precisione.
Il nuovo Ministro della Difesa, Brigadier Generale Hussein Dehqan, era presente all'inaugurazione e ha lodato le prestazioni rivoluzionarie del nuovo sistema antiaereo nazionale, che potrà contribuire utilmente alla protezione dello spazio aereo iraniano contro ogni velleità interventista di Tel Aviv.
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