Il Ministro degli Esteri di Assad, dopo aver incontrato Putin e Lavrov a Sochi, é arrivato a Teheran dove dopo aver visto il Ministro degli Esteri é stato anche ricevuto dal Presidente Iraniano Rouhani, con il quale ha discusso a lungo ricevendo l'apprezzamento ufficiale della Repubblica Islamica per la determinazione e l'impegno con cui Damasco sta affrontando la minaccia terroristica, ottenendo importantissime vittorie sul campo che hanno aperto prospettive di soluzione politico-diplomatica della crisi da una indubitabile posizione di forza.
Contemporaneamente l'inviato speciale del Cremlino, Mikhail Bogdanov, dopo essere stato in Libano ed essersi confrontato a lungo con il leader supremo di Hezbollah Hassan Nasrallah ha fatto rotta su Damasco dove si é visto col Presidente Assad, il quale si é detto grato per l'impegno del Governo russo per arrivare a una soluzione politica della crisi che possa evitare il prolungamento di scontri, disagi e distruzioni dopo già tre anni di dura lotta.
Come abbiamo già detto in passato Mosca in questi anni si é ulteriormente confermata maestra di diplomazia sapendo dosare misure "dure" (veto all'ONU, schieramento della flotta davanti a Tartous) e "morbide" per garantire i propri interessi geostrategici ed economici verso la Siria evitando nel contempo una degenerazione eccessiva della situazione militare e umanitaria.
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