Un boomerang in pieno volto, ecco come sintetizzare l'effetto delle manovre del "tribunale speciale per il Libano" (ricordiamo, 'speciale' come 'speciali' sono i mongoloidi) che qualche giorno fa, con esemplare presunzione e sicumera, aveva accusato quattro rappresentanti di Hezbollah di essere coinvolti nell'assassinio dell'ex Premier Rafik Hariri (che molte fonti, al contrario, danno come quasi certamente ucciso da Israele grazie a un drone senza pilota di manifattura Usa e a un missile a testata speciale prodotto in Germania).
Hariri Jr, più a suo agio nei panni del principotto saudita piuttosto che in quelli del moderno uomo di stato |
Cinque mesi di trattative attentissime, condotte con certosina precisione per rispettare ogni comma del delicato 'Cencelli' in vigore a Beirut avevano finalmente prodotto un Governo pronto ad assumere i pieni poteri e, nel tentativo di fare sfaldare l'alleanza tra "8 marzo" e Drusi, puntualmente erano arrivate le comunicazioni 'a orologeria' dell'STL. Tutto da rifare dunque? Aria di elezioni anticipate nel Paese dei Cedri?
Affatto perché, in una vampata di orgoglio nazionale non soltanto l'aula parlamentare ha dato la fiducia a Mikati ma persino il Partito Democratico Libanese, formazione drusa di secondo piano che si era 'sflilata' dalla coalizione in quanto delusa dalla posizione riservata al suo leader, é tornata nei ranghi e ha aggiunto i suoi due voti alla bilancia, restituendo così (ma a ranghi invertiti) gli stessi 'numeri' che avevano sancito la caduta di Hariri Jr (68 voti contro 60).
Sostenitori di Hezbollah, partito-cardine dell'Alleanza 8 marzo |
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