lunedì 14 marzo 2011

Truppe saudite sono entrate in Bahrein! Le retrograde monarchie del petrolio fanno causa comune contro il popolo in piazza!


Una calma carica di tensione é scesa sull'Isola-regno di Bahrein, dopo giorni e giorni di massicce dimostrazioni e sanguinosi scontri di piazza durante i quali l'intera popolazione é scesa in strada per chiedere l'abdicazione e la cacciata dei rappresentanti della dinastia Al-Khalifa. Inizialmente classificata come "rivolta sciita" contro i sovrani appartenenti all'altra grande setta dell'Islam, le proteste si sono gradualmente estese e compattate fino a includere anche la popolazione sunnita, che si é unita ai compatrioti nel chiedere una forma monarchica meno autoritaria e una più equa distribuzione della ricchezza, a oggi concentrata nelle mani di pochissimi cortigiani.

Ma, dopo i morti degli ultimi giorni, che si sono uniti agli uccisi delle prine fasi della protesta (che si era svolta in maniera più che pacifica nell'intervallo tra i due picchi di violenza), un nuovo fattore si é giunto all'enigma del Bahrein: il minaccioso intervento diretto di truppe saudite nell'isola. Assediato dalle 'sue' proteste sciite nelle più produttive province petrolifere del regno, Abdullah al-Saoud, l'unico monarca assoluto del globo, evidentemente vuole prevenire che un successo degli insofrti di Piazza delle Perle galvanizzi le richieste dei suoi sudditi, quindi, alle prime luci dell'alba, plotoni di fanteria e colonne di blindati hanno varcato lo stretto braccio di mare nel Golfo Persico sbarcando nell'antica isola dei pescatori di ostriche, ricordati anche dalle memorie di Marco Polo.
Ali al-Aswad è uno dei 18 parlamentari (su 40) del partito Al-Wefaq.

Dispacci ufficiali parlano di cento soldati arrivati in Bahrein per 'aiutare a mantenere l'ordine' ma fonti informate parlano di un numero superiore di 'almeno dieci volte'. Il parlamentare d'opposizione Ali al-Aswad ha dichiarato: "Il popolo bahreini tratterà questi soldati sauditi come un corpo di occupazione straniera, non permetteremo interferenze straniere a favore della conservazione e della repressione". In queste ore, non vi é chi non ricordi la promessa fatta giorni addietro da un leader sciitia del Bahrein che ventilava la possibilità, qualora forze saudite fossero entrate nel paese di chiedere ufficialmente l'aiuto della Repubblica iraniana per contrastarle.

Il Ministro degli esteri di Teheran Ali Akbar Saleh ha avvertito il Governo di Re Al-Khalifa di astenersi dall'uso della forza militare contro i manifestanti: "Ci si aspetta che un monarca giusto e illuminato affronti le richieste dei suoi sudditi con calma e comprensione, rispettando i diritti di persone che, finora hanno mantenuto un contegno esemplare anche quando sottoposte a violenta repressione". Il Movimento politico sciita libanese, Hezbollah, ha fatto notare come il secondo picco di violenza nel Bahrein si sia scatenato subito dopo la visita del dignitario Usa Robert Gates a Manama, inferendo un ruolo dell'amministrazione americana nella decisione di scatenare nuovamente le armi contro i manifestanti indifesi.


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