Tre importanti generali yemeniti hanno dichiarato in queste ore il loro sostegno in favore dei dimostranti che da settimane chiedono le dimissioni del padre-padrone del paese Ali Abullah Saleh. Fra essi spicca il Generale di Brigata Ali Mohsen Saleh, capo della Zona militare nordoccidentale e comandante della Prima Divisione corazzata, il quale ha dichiarato di aver posizionato mezzi e blindati per proteggere le manifestazioni e scongiurare nuovi bagni di sangue come quello che negli scorsi giorni é costato tra le 45 e le 72 vittime.
Il Generale ha affermato che: "Lo Yemen oggi sta soffrendo per una crisi profonda e generalizzata, la mancanza di dialogo e la repressione delle pacifiche protesta non possono risolvere la situazione, la cui gravità aumenta di giorno in giorno, di ora in ora. Per questo, conscio delle opinioni e dei sentimenti dei miei colleghi subordinati e degli altri ufficiali dell'Esercito, parte integrante del popolo e della nazione yemenita, io dichiaro, anche a loro nome il mio e nostro sostegno alla rivoluzione e alle sue domande, che sentiamo nostro dovere appoggiare e supportare".
Anche molti Ministri del Governo e altri dignitari disgustati dal massacro, hanno rassegnato le dimissioni, come Abdullah al-Saidi, ambasciatore presso l'ONU. Il caporedattore dello 'Yemen Post', Hakim al-Masmari, ha dichiarato ad Al-Jazeera che ormai, con oltre il 60 per cento delle Forze armate opposte al Presidente e ai suoi lealisti, é solo questione di tempo prima che questi tratti una resa e i termini del suo ritiro e del suo esilio; Abdullah Saleh cercasse di resistere con meno della metà delle forze armate, infatti, il suo fato sarebbe segnato.
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