Continua con una impressionante regolarità di risultati l'affondo offensivo dell'Esercito Arabo Siriano nei dintorni di Aleppo: ormai definitivamente rafforzato il controllo sui principali quartieri della metropoli l'epicentro delle operazioni si é spostato nell'hinterland e nelle città-satellite del vasto plesso urbano dove i terroristi mercenari al soldo del complotto imperialista hanno meno possibilità di nascondersi tra i civili.
Nella giornata di ieri forze siriane provenienti dal centro cittadino sono avanzate in direzione dei quartieri periferici di Rashidin, Layramoun e Amiriyeh sloggiando gruppi di militanti takfiri dai loro covi e sequestrandovi ingenti quantità di armamenti ed esplosivi.
Parlando di esplosivo, un laboratorio per la trasformazione di sostanze chimiche in materia prima per la costruzione di bombe é stato trovato e smantellato nel villaggio di Misbin, vicino ad Ariha, nel Governatorato di Idlib. Mentre altre unità dell'Esercito regolare sono avanzate nella cittadina di Einjareh nella parte occidentale della Provincia di Aleppo.
in altra sede si dice che i ribelli siriani hanno ucciso 51 soldati fedeli ad assad vicino ad aleppo e ne stanno uccidendo a decine, come capire chi dice la verita'? e homs ormai sotto attacco delle forze di assad da settimane, come puo' resistere a carri armati, artiglieria pesante ed aviazione cosi' a lungo. a parti invertite probabilmente sarebbe gia' caduta, insomma qualcosa mi sfugge di questa strana guerra
RispondiEliminaLa propaganda occidentale si ingegna a creare finti 'scoop' con cui tentare di distrarre l'attenzione del pubblico casalingo dai trionfi delle Forze Regolari.
EliminaHoms e Aleppo non possono 'cadere' nella mani delle truppe di Assad perché non sono mai 'state' in mano ai terroristi, quella di cui parliamo é una lotta subdola, fatta di covi scoperti e fatti saltare in aria, di agguati, di rastrellamenti...la campagna per "bonificare" una città o un Governatorato può ben durare settimane e anche mesi...ma il risultato finale non é in discussione...
forse sono ingenuo, ma se fosse vero quanto dici, basterebbe bloccare le strade di accesso alle citta' per fermare i rifornimenti di armi , intrappolare i ribelli e con l'aiuto della popolazione che dici a favore di assad, finire in breve tempo la guerra, perche' senza rifornimenti di munizioni e con la popolazione contro non ci sarebbe scampo per i ribelli. ma devo dire purtroppo non mi sembra di intravvedere tutto questo all'orizzonte, perche' le carneficine da parte dei ribelli sembrano continuare, comunque sarei ben felice di sbagliarmi, tantopiu' che sarebbe impossibile per l'occidente rifornire i ribelli come sbandierato dagli usa!
RispondiEliminaNon è così semplice come appare... Ci sono un sacco di modi per introdurre merci "scottanti" in un paese. Alcuni [solo alcuni, non tutti] dei canali che vengono impiegati per introdurre armi in Siria, sono più o meno gli stessi dove smistata e smerciata la droga che arriva dai traffici internazionali. Ma qui parliamo di tante nazioni, che di concerto, si organizzano per ottenere un certo scopo. Le persone che stanno dietro a tutto questo traffico, hanno a disposizioni un sacco di soldi, coperture e connivenze politiche ad altissimo livello, capri espiatori da usare nel caso tutta la questione gli sfugga loro di mano [i politici], massmedia anche loro complici [per lo meno ai livelli più alti, gerarchicamente parlando]. Senza dimenticare la corruzzione. Il lavoro che è stato svolto da PRIMA del 2011 in vista di quello che sarebbe poi successo in Siria, ha visto i vari servizi segreti in prima linea. Certamente non è logico pensare che si siano svegliati, un bel giorno, decidendo di destabilizzare e balcanizzare la Siria... cè tutta una preparazione dietro, politica, economica, mediatica. La Siria, fino al 2011, non avendo nessun problema con Turchi, Giordani, Irakeni, Libano, aveva dei confini sopratutto quelli con la Giordania ed il Libano [La Turchia già faceva parte della NATO, quindi il confine comune era molto meno permeabile], e il sigillare tutti questi centinaia di kilometri di confine [per di più con la Nazione preda di destabilizzazioni e attentati] richiede volontà, metodo, organizzazione, denaro, pazienza, ma sopratutto tempo. Non si può certo pretendere di sistemare tutto in 24 ore, è un processo che giustamente richiede il suo tempo necessario, ma è un processo da cui la Siria ne uscirà davvero rafforzata, su tutti i piani. Il dubbio è certamente legittimo, ma non si lasci assolutamente ipnotizzare dai massmedia nostrani e non.
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