"Jihad per l'Autosufficienza Militare" non vuol dire solamente produrre missili, corazzati, blindati, elicotteri, sommergibili e cacciatorpedinieri, ma pensare anche a tutte le esigenze di logistica e trasporto di un'armata moderna che spesso sono vitali e cruciali tanto quanto (se non addirittura di più) delle questioni di potenza di fuoco.
Un esercito moderno che pretenda ancora di spostare i carri armati per ferrovia, come faceva la Wehrmacht nella Seconda Guerra Mondiale, si espone a potenziali gravissime offese nemiche, visto che le strade ferrate sono fisse e ben conosciute e un bombardamento a una stazione o a una galleria può bloccare la via a una divisione o a un corpo corazzato annullando un attacco o una controffensiva ancor prima che si siano potuti organizzare.
Spostare i carri via autostrada coi loro stessi cingoli, poi, é una toppa ancor peggiore del buco, che garantisce, a parte la semidistruzione di una preziosa arteria di comunicazione (l'asfalto soffre i cingoli, figuriamoci quelli di dozzine e centinaia di mezzi tutti insieme) e usura inutilmente i mezzi che inizieranno quindi le operazioni in condizioni meno che ottimali.
La soluzione per questo problema é un trailer per corazzati potente e affidabile che suddivida il loro ponderoso peso su 12 o 18 ruote sparse per cinque o sei semiassi e che possa far arrivare i mezzi rapidamente e possibilmente anche per vie differenti in maniera che il nemico non possa esser certo, bombardando un bersaglio, di bloccare l'intera unità in marcia.
Per dotarsi di un simile mezzo gli ingegneri della Repubblica Islamica hanno prodotto "Sayyed", trasporto per cingolati medi e pesanti che presto equipaggerà tutte le unità blindocorazzate dell'Artesh e dell'IRGC e sarà in grado di trasportare i carri Zulfikar-3, Samsam (M60 modificati), Chieftain, T-72M, Safir-74, T72-Z e i blindati Boragh, M113, BMP-2, nonché i carri leggeri Scorpion e le loro versioni derivate.
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