E' di un morto e venti feriti il bilancio dell'ultimo, vigliacco attentato wahabita che ha colpito la capitale libanese ma, senza la vigilanza e il senso del dovere e del sacrificio degli uomini di un posto di blocco dell'Armee Libanaise, poteva essere molto, molto peggiore.
Ieri all'altezza di Tayouneh, a poca distanza dal centro di Dahiyeh (il quartiere sciita a Sud della capitale libanese) la gente era fitta nelle strade e nelle piazze; la frescura serotina invitava al passeggio e al gelato, gli schermi posti nei dehor dei caffé trasmettevano le colorate immagini dei match di Coppa del Mondo, se l'autobomba fosse riuscita ad arrivare in una strada o una piazza affollata la strage sarebbe stata orrenda.
Secondo quanto riportato dal proprietario del Bar Abu Assaf una Mercedes 180 bianca, un vecchio modello di metà anni '60 é stata bloccata da un checkpoint dell'Armee, alla sua guida stava una donna; pochi istanti dopo tutto il posto di blocco é diventato una palla di fuoco. Specialisti della sicurezza valutano in non meno di 25-30 chili la carica detonante che si trovava a bordo dell'auto.
Finora pare che l'unica vittima accertata dell'esplosione sia Abdel Karim Hodroj; un ufficiale dell'Esercito.
Che eroi...
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