Eretto alla periferia di Sidone, nel Sud Libano, il campo di Ain Hilweh ospitava settantamila profughi della Nakba coi loro discendenti fino al 2011-2012, quando il loro numero é aumentato di altri 30.000 Palestinesi provenienti dalla Siria in guerra contro il terrorismo mercenario.
Al contrario di quanto accadeva in Siria, dove la generosità del Partito Baath e della Famiglia Assad ha sempre garantito a tutti i profughi diritti pari a quelli dei cittadini siriani nel Libano prima dominato dai Maroniti, poi invaso e occupato dai Sionisti i Palestinesi sono sempre stati trattati da ospiti indesiderati, costretti nei campi a sopravvivere malamente di carità internazionale.
Nemmeno gli sforzi del Governo Mikati guidato dalla Alleanza 8 Marzo sono riusciti a migliorare la loro situazione, per via dell'ottuso ostruzionismo dei partiti filosionisti e filosauditi. Di Ain Hilweh abbiamo parlato spesso in connessione con la diffusione di messaggi estremisti takfiri e wahabiti.
I giovani di Ain Hilweh, per sfuggire all'emarginazione e alla miseria avevano fino a poco tempo fa due strade: darsi al crimine, al contrabbando, al narcotraffico oppure seguire i predicatori di odio settario foraggiati da Riyadh e da altre monarchie conservatrici.
Adesso per arginare questo fenomeno e per evitare che le azioni di pochi wahabiti fanatici attirino l'odio dei Libanesi contro tutta la comunità palestinese il rappresentante di Fatah nel campo, Munir Maqdah, ha ricreato il programma di addestramento giovanile Al-Ashbal, mirato ai ragazzi dai 6 ai 18 anni.
Nelle fila di Al-Ashbal i giovani ricevono educazione, studiano la storia dell'invasione e dell'occupazione della Palestina, fanno ginnastica, ricevono nozioni di disciplina e autocontrollo e vengono avviati alla militanza per i Diritti del proprio popolo, che alla fine del programma possono poi proseguire in Fatah.
Negli anni '70 e '80 molti quadri combattenti e dirigenziali dell'organizzazione di Arafat si formarono in questo modo anche se per il momento, per molte famiglie palestinesi, Al-Ashbal rappresenta solo una maniera piuttosto sicura per evitare che i propri figli vengano in contatto col mondo del crimine o dell'estremismo religioso.
"Al-Ashbal mi piace, mi ha insegnato tanto, voglio continuare gli studi, diventare ingegnere e contribuire alla lotta del mio Popolo progettando e costruendo armi!" (Khalifa, 15 anni)
"Al-Ashbal ci chiede di frequentare con profitto le scuole e ha anche un programma religioso alla moschea di Maqdah Badr, che ci aiuta a distinguere il Vero Islam dalle distorsioni settarie degli estremisti" (Ahmad, 16 anni)
"Voglio studiare fino all'Università, per sviluppare appieno le mie doti a favore della Resistenza Palestinese" (Ali Abu Khamis, 15 anni)
"Sono venuto ad Al-Ashbal perché voglio poter difendere la mia mamma e la mia sorellina se i sionisti ci attaccano di nuovo e perché voglio riportare la mia famiglia in Palestina, dove i nostri bisnonni avevano una grande casa col giardino" (Youssef, 11 anni)
"I miei genitori mi hanno mandato qui per essere sicuri che non spenda le vacanze girando per strada; ci sono ragazzi che non sanno cosa fare tutto il giorno, bevono e usano droga e lottano tra di loro, io voglio lottare contro i sionisti invece" (Ammar, 12 anni)
"Mi piace Al-Ashbal perché ci da delle uniformi veramente belle" (Mohsen, 10 anni)
Certo, le dichiarazioni dei giovani Palestinesi riflettono l'età e il grado di maturità che possono avere alle loro giovani età, ma non é detto che persino chi si é unito ai Giovani Leoni di Fatah per le 'belle uniformi', non possa maturare, col tempo, la consapevolezza e la dedizione di un grande Combattente per la Libertà e i Diritti della Palestina.
POSCRITTO: Qualche nostro lettore potrebbe stupirsi del favore con cui abbiamo descritto questa iniziativa di Fatah, organizzazione che in altri articoli critichiamo aspramente; a parte che qualunque atto concreto mirato a formare una coscienza di Resistenza nei giovani palestinesi e a tenerli lontani dalle 'sirene' del crimine e del wahabismo é ampiamente meritoria. Vogliamo sottolineare come tra la dirigenza corrotta di Ramallah che svende e mercanteggia la Terra di Palestina ai tavoli delle fasulle 'trattative' e uomini come Munir Maqdah passa un abisso di coerenza, serietà, dedizione e moralità. Se al posto di Abbas e altri traditori ai vertici di Fatah sedessero uomini come Munir Maqdah la Terza Intifada e la liberazione della Cisgiordania da ogni invasore e occupante potrebbero diventare realtà concrete e palpabili.
Si tratta senz'altro di un ottima iniziativa. Quello che mi chiedo però, è che cosa succede se il regime sionista decide che tale organizzazione va chiusa perchè contribuisce a instillare nei ragazzi giovani una coscienza di Resistenza verso il regime sionista? Ora, io non so da dove provengano i fondi per questa organizzazione, se si tratta di fondi sovrani o fondi che arrivano dall'estero, ma so che l'economia Palestinese dipende quasi totalmente dal regime sionista di occupazione che oltretutto infiltra e manovra più o meno a suo piacimento Fatah, e una parte di Hamas. Sarebbe un vero peccato che questa organizzazione giovanile, venisse in qualche modo ostacolata o soppressa, perchè oltre a contribuire a formare una coscienza di Resistenza e un sana voglia di sovranità nei giovani, li tiene anche lontani da crimine, estremismo religioso, droga, oltre a dargli un'educazione e un istruzione.
RispondiElimina