Le compagnie di armamenti
Rosoboronexport, Lockheed-Martin, BAE Systems e la francese DCNS sono
state raggiunte dall’invito del Ministero della Difesa indiano a
proporre soluzioni tecniche e preventivi di spesa per la costruzione
della IAC-2 (Indigenous Aircraft Carrier 2), nuova unità portaerei della
marina di Nuova Delhi che dovrebbe venire varata col nome di “Vishal”
dopo il 2025.
Secondo quanto filtrato finora la
nuova portaerei dovrebbe avere un dislocamento di circa 65.000
tonnellate superando tanto la ‘Vikrant’ (40.000 tonnellate, attualmente
in fase di completamento) che la ‘Vikramaditya’ (Ex-‘Baku’, di 45.000
tonnellate).
La ‘Vishal’ dovrebbe essere una unità a propulsione
nucleare ed essere equipaggiata con catapulte elettromagnetiche per il
lancio degli aerei.
Sarà molto interessante vedere come le
quattro compagnie affronteranno la competizione per il lucrosissimo
contratto, quali soluzioni proporranno e come queste verranno recepite
dagli ambienti politici e militari indiani. Di recente la pessima
gestione da parte francese del contratto per le portaelicotteri
“Mistral” destinate in origine alla Russia ha avuto gravi ripercussioni sul contratto siglato tra Nuova Delhi e Parigi per la fornitura di jet multiruolo ‘Rafale'; i Francesi potrebbero utilizzare questa occasione
per ristabilire buoni rapporti con l’India.
La Lockheed-Martin ha a sua volta un
grave ‘torto’ verso Nuova Delhi da farsi perdonare: durante il bando per
la fornitura dei jet che dovevano sostituire MiG-21, MiG-23/27 e Jaguar
nell’Aviazione Indiana la compagnia a stelle e strisce compì il ‘faux
pas’ di offrire una ennesima versione aggiornata dell’F-16 anziché il
nuovo F-35. Molti nel mondo politico indiano non hanno dimenticato
quello ‘sgarbo’ a cui seguì poi una vera ‘toppa peggiore del buco’
quando la Lockheed ventilò la “possibilità” di vendere ‘in futuro’ gli
F-35 a Nuova Delhi se gli F-16 avessero vinto il bando.
La Russia apparentemente é in ‘pole
position': ha una grande esperienza nella costruzione di unità nucleari,
ha fornito all’India la sua prima ‘vera’ portaerei, la ‘Vikramaditya’
(la precedente ‘Viraat’, che verrà smobilitata l’anno prossimo, era un
vecchio incrociatore tuttoponte inglese capace solo di lanciare Sea
Harrier -di cui ben diciotto su trenta vennero persi in incidenti-) e,
inoltre, ha un’ottima storia di forniture militari verso questo paese,
che risalgono ai tempi di Indira Gandhi.
Meno chiare sono le possibilità
inglesi di aggiudicarsi il contratto: i rapporti Londra-Nuova Delhi sono
buoni, tuttavia gli Inglesi non hanno mai costruito portaerei così
ambiziose e le loro uniche esperienze con la propulsione nucleare si
esauriscono con quelle dei loro sottomarini balistici e d’attacco;
inoltre come già per Francia e Stati Uniti, possono esserci legittimi
dubbi sull’opportunità di affidare un contratto così critico per il
futuro della Marina Indiana a industrie di stati le cui politiche estere
potrebbero trovarsi a confliggere pesantemente con quella di Nuova
Delhi nell’ambito della progressiva ‘multipolarizzazione’ degli scenari
internazionali, specie se la Marina Indiana si trovasse ad assumere un
ruolo predominante nel controllo e nella protezione dell’Oceano in cui
si proietta la Penisola del Deccan.
Del resto nessuna potenza emergente
deciderebbe di dotarsi di una terza portaerei, perdipiù di tale stazza,
se non per giocare un ruolo da protagonista in quelle che considera a
buonissimo diritto come ‘acque domestiche’.
Tra la pietosa gestione della ‘vicenda
marò’ e gli strascichi dello scandalo Agusta-Westland per i dodici
elicotteri saremmo sorpresi se l’industria bellica italiana venisse
anche solo marginalmente sfiorata da un riverbero di questa ricchissima
gara d’appalto.
Nessun commento:
Posta un commento