Esistono persone per le quali il mantenimento della propria "purezza ideologica" diventa un obiettivo supremo e totalizzante, al di là e al di sopra di considerazioni pratiche e tattiche che, a volte, suggerirebbero più pragmatismo, a seconda delle circostanze in cui ci si trova ad operare e dei risultati che occasionali 'strappi' all'Ortodossia potrebbero garantire a favore delle cause per cui ci si impegna.
Recentemente un esponente del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (l'organizzazione di Ahmad Saadat a cui spessissimo abbiamo dato grande rilevanza sulle nostre pagine), ha ritenuto opportuno 'sganciarsi' da un evento organizzato a Roma a favore della Repubblica Araba di Siria, cui era stato invitato (e al quale avrebbero partecipato storici sostenitori della causa siriana in Italia e personaggi legati all'Asse della Resistenza) in quanto 'urtato' dalla matrice politico-ideologica degli organizzatori.
Questa persona, che risponde al nome di Maher al-Taher, ha rilasciato vibranti dichiarazioni di disassociazione da questo meeting, protestando di non essere stato a conoscenza del coinvolgimento della realtà che ritiene 'sgradevole'. Le sue dichiarazioni sono state riprese (come si nota bene dalla foto qui sopra) anche dal profilo FaceBook di una organizzazione no-profit che si propone di legare una bellissima terra insulare del Mediterraneo con la Palestina e di promuovere a favore di quest'ultima eventi e iniziative di sensibilizzazione e mobilitazione politica, culturale e via dicendo.
Che tale associazione abbia ripreso con evidenza le dichiarazioni del Signor Al-Taher non deve stupire...non é solamente il fatto che egli sia un Palestinese aderente a una importante organizzazione di Resistenza di quel popolo a rendere così importanti le sue parole per i titolari dell'ente no-profit (altrimenti il loro profilo FB si trasformerebbe in un quotidiano bollettino di dichiarazioni di esponenti di organizzazioni palestinesi), ma bensì il fatto che Al-Taher abbia rescisso la propria adesione all'evento pro-Siria in ragione delle pressioni su di lui (o sull'intero PFLP) esercitate proprio dalla detta organizzazione.
Il che, in qualunque modo la si metta, la dice lunga sull'attuale tasso di indipendenza morale e politica di quella che un tempo era una delle più 'toste' e determinate fazioni della Resistenza palestinese, le cui imprese riempivano le prime pagine dei quotidiani internazionali e facevano correre i brividi giù per la schiena a ministri e generali di Tel Aviv...
Tuttavia la parte in cui Al-Taher asserisce di essere stato totalmente all'oscuro dell'orientamento politico del principale organizzatore dell'evento traballa alquanto (per non dire crolla miseramente) quando si consideri che egli aveva già preso completi contatti per la propria trasferta, come dimostrano chiaramente la scansione del suo passaporto e la ricevuta dei biglietti aerei di andata e ritorno Beirut-Fiumicino, regolarmente prenotati, confermati e pagati.
Al-Taher, di cui rispettiamo interamente le scelte e le decisioni, é perfettamente in grado di scegliere a quali eventi aderire e partecipare e a quali no; certo, considerando che il PFLP si é sempre dichiarato a favore della lotta del popolo siriano contro l'aggressione terroristica takfira, sarebbe anche stato possibile passare sopra agli steccati ideologici e intervenire a un evento che, nel non ribollente panorama italiano, offriva comunque una maniera di dimostrare nei fatti una solidarietà prima di tutto con la Siria, i Siriani e il Presidente Assad.
Rinunciare per questioni ideologiche é una decisione legittima, a patto però che sia una decisione autonoma e consapevole; farlo per le pressioni di un'associazione che a metà ottobre invita a Cagliari un cittadino del regime ebraico di occupazione della Palestina, quand'anche si chiami Ilan Pappé e arrivi planando sulla propria grande fama di studioso della pulizia etnica della Palestina, ha un sapore diverso, amarognolo, quasi di gaffe maldestra la cui 'toppa' (le proteste di ignoranza) risulta alla fin fine ben peggiore del 'buco' che si proponeva di coprire.
Prima che qualcuno venga a criticarci accusandoci di durezza di cuore e/o ristrettezza di vedute, lo preveniamo: Ilan Pappé dovrebbe rendersi conto che il suo impegno accademico e politico sarebbe estremamente più credibile se rinunciasse alla cittadinanza del regime ebraico; chissà, forse la mantiene in attesa di una prossima 'giravolta' alla Benny Morris, un tempo suo 'collega' nella critica ai fondamenti razzisti e coloniali dell'entità sionista, adesso bastione di sostegno a 'eretz yisrael'.
Il fatto poi che un esponente del PFLP -che proclama di far parte da sempre del 'Fronte del Rifiuto'- sia malleabile alle pressioni e alle influenze di un'ONG che intrattiene rapporti con cittadini del regime sionista é, lo ripetiamo, una cosa grottesca e anche alquanto vergognosa.
George Habash, ne siamo piuttosto certi, non lo avrebbe permesso.
Io c'ero al convegno,cosi come altre 300 persone. Sia Hezbollah che SSNP hanno dichiarato di fregarsene altamente delle pressioni o dei giudizi di talune organizzazioni e di partecipare a quello che loro ritengono opportuno,e nessun'altro puo' decidere per loro. Erano anche molto entusiasti sia per i temi affrontati e recepiti dai presenti,sia appunto dalla partecipazione (specie giovanile) ben folta. D'altronde gli organizzatori dell'evento sono stati da loro diverse volte,sono riconosciuti e la "gelosia" di certa parte politica che tenta di mantenere una spicciola egemonia di determinate battaglie,è davvero orrenda (specie se fatto in questi termini).
RispondiEliminaAggiungo,gli Hezbollah tempo fa hanno espresso di loro assoluta volontà di poter venire a Roma a parlare..e l'hanno fatto proprio tramite coloro che poi hanno organizzato l'evento.
Eliminaè bello che in Italia si possa organizzare un convegno simile senza pressioni governative di sorta
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