Nella scorsa giornata di venerdì Michel Suleiman, Presidente libanese; si é augurato "per il bene della Pace e della stabilità della regione" che il regime ebraico di Tel Aviv "non prenda alcuna iniziativa aggressiva e avventata riguardo l'esplorazione dei giacimenti di metano e petrolio del Mediterraneo orientale nelle zone di pertinenza libanese". Suleiman ha chiarito che ogni violazione della porzione libanese dei giacimenti porterebbe a "pronte e severe reazioni" da parte di Beirut, che non tollererebbe quella che considererebbe "l'ennesima aggressione sionista contro il Libano" dopo quelle del 1978, del 1982 e del 2006.
Suleiman ha rilasciato questi ammonimenti nel corso della sua recente visita in Repubblica Ceca, poco dopo essersi incontrato col Ministro degli Esteri boemo Karel Schwarzenberg. Dibattendo di altre questioni con i rappresentanti della stampa continentale e internazionale il Presidente libanese ha dichiarato di "sperare ardentemente che la Lega Araba ritorni a occuparsi delle questioni più urgenti dell'arena mediorientale, in primis la Questione Palestinese, dopo un periodo nel quale una lobby di pochi paesi la ha distratta e deviata su questioni di interesse particolare di pochi governi" (Evidente riferimento alle prese di posizione anti-Assad fomentate dagli sceiccati petroliferi del Golfo).
Suleiman ha ricordato come l'atteggiamento arrogante e unilaterale di Tel Aviv riguardo alla Questione Palestinese sia la causa prima di tutte le tensioni e le instabilità mediorientali e come quindi sarà impossibile arrivare a una Pace e a una stabilità duratura nella regione senza un cambiamento radicale di atteggiamento da parte del regime sionista.
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