Il Centro Palestinese per i Diritti Umani e molte altre ONG palestinesi, mediorientali e internazionali hanno proposto la figura della coraggiosa e determinata detenuta politica palestinese Hana'a Shalabi come simbolo della Festa della Donna 2012, in spirito di solidarietà con la sua lotta contro l'arbitraria e illegale detenzione amministrativa cui vorrebbe sottoporla l'occupazione sionista, che la vede rifiutare ogni genere di nutrimento da quasi venti giorni.
Una lotta durissima che Hana'a Shalabi conduce interamente sul suo corpo, quel corpo di donna che ha dovuto subire le percosse, le sevizie e le molestie sessuali degli aguzzini sionisti in uniforme, anche di fronte ai suoi genitori venuti a trovarla in carcere; una donna per cui il digiuno, la privazione del cibo non é un isterismo trasmesso dal lavaggio del cervello mediatico del consumismo televisivo e modaiolo, propalatore del digiuno e del disordine alimentare per fini 'estetici' ma una precisa strategia di affermazione politica.
Nell'Occidente consumista superficiale e disperato, dove giovedì sera milioni di donne e ragazze celebreranno la 'Festa della Donna' con aperitivi, cenette e 'pellegrinaggi' in qualche triste discoteca con strip maschile, speriamo che l'esempio di Hana'a Shalabi possa illuminare qualche cervelletto femminile ottenebrato dai miasmi dolciastri della mimosa consumista e schiarirne le idee e le priorità, magai convincendone la proprietaria a "paccare" le amiche il cui massimo parametro di realizzazione femminile é un'esistenza alla "Sex and the City" e passare invece la sera dell'otto marzo leggendo e documentandosi sulla quotidianità di lotta e di sacrificio delle donne palestinesi e mediorientali.
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