Il Viceministro iraniano degli Esteri, con delega agli Affari Arabi e Africani, Hossein Amirabdullahian ha dichiarato che il regime ebraico di occupazione e gli altri nemici dei popoli arabi e mediorientali stanno trescando e complottando per colpire il Libano con il caos e la violenza, onde approfittarne per portare avanti i loro interessi in Siria, contro la Resistenza, la libertà e l'autonomia delle genti della regione.
"Se il Libano diventasse instabile allora i nostri nemici, specialmente i sionisti, ne beneficerebbero immensamente: coloro che hanno sostenuto con armi e con denaro le attività terroriste in Siria sono gli stessi responsabili delle violenze a Tripoli". Il Viceministro ha fatto riferimento al sostegno iraniano alla Siria e al Libano e alle loro posizioni e iniziative di sostegno alla Resistenza antisionista e ai movimenti palestinesi, alcuni dei quali sono ora oggetto di tentativi di deviazione e di corruzione da parte delle potenze del Golfo, alleate di Usa e Israele.
I combattimenti a Tripoli si sono sussesguiti da febbraio allo scorso weekend secondo un pattern irregolare quanto a tempo ma sempre contraddistinto dai tentativi di attacco degli abitanti sunniti di bab al-tabaneh contro gli alawiti di Jabal Mohsen e contro la locale sede del Partito Socialista della Nazione Siriana, strenuo sostenitore della riunificazione del Libano con la Siria. Tuttavia ogni volta gli alawiti e i membri dell'SSNP si sono fatti trovare pronti, respingendo gli assalitori e infliggendogli molte perdite.
Amirabdullahian ha concluso facendo notare come sia comune interesse dei patrioti libanesi di ogni schieramento politico evitare che il loro Paese venga trasformato in una retrovia di un complotto terroristico internazionale.
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