In una intervista recentemente rilasciata alla testata 'Always News' un esponente del crescente movimento di opposizione interna al corrotto autoritarismo di Casa Saoud ha rivelato che "presto" rappresentanti di tutti i movimenti e le correnti saudite terranno, in una località estera, la loro prima riunione ufficiale, per contarsi, confrontarsi e decidere strategie comuni per ottenere le riforme e il rinnovamento ormai non più posponibili nel quadro o di una democratizzazione interna che non escluda la dinastia regnante, se disposta a collaborare, o un suo rovesciamento e l'instaurazione della Democrazia.
Pur chiedendo di rimanere anonimo per motivi di sicurezza l'uomo ha dichiarato che la prima location per la conferenza era stata Londra ma quella scelta era stata da subito criticata perché passibile di far sembrare l'opposizione saudita uno dei molti fasulli 'movimenti' manipolati dai paesi occidentali come la cosiddetta (e falsa) 'opposizione siriana', quindi più probabilmente la conferenza si terra a Beirut, stato arabo facente parte dell'Asse della Resistenza e attualmente retto da un Governo radicalmente avverso agli interessi sauditi.
La conferenza dovrebbe vedere la partecipazione di personalità quali Saad al-Faqeeh, Madawi Rasheed, Hamzah Al- Hassan, Fuad Ibrahim (foto: dall'alto verso il basso) e altri ancora e insisterà sul Diritto del popolo saudita di determinare il proprio futuro senza affidarsi supinamente alle decisioni di una dinastia autoreferenziale e soggiacente ai diktat e agli interventi di potenze esterne regionali e internazionali come Israele e Stati Uniti d'America. La decisione di uscire allo scoperto e costituire un fronte unificato delle opposizioni sarebbe stata accelerata dall'esempio dei movimenti bahreini e yemenita nonché delle rivoluzioni egiziana e tunisina.
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