Nella Mesopotamia benedetta dal placido fluire del Tigri e dell'Eufrate, dai tempi di Ur fino a quelli di Saddam Hussein, attraverso l'epoca di Assurbanipal e Nabuccodonosor, quella dei colti e illuminati Califfi di Bagdad e di quella dei Re Ascemiti l'esercizio del potere é sempre stato accompagnato dal controllo e dal governo delle acque, persino quando nel paese furono scoperte imponenti riserve di Oro Nero, il loro sfruttamento senza una corretta gestione delle risorse idriche sarebbe se non impossibile quantomento incredibilmente più difficile e costoso.
Lo splendido Irak del Basso Medioevo crollò quando i Mongoli dell'Ilkhanato distrussero e intasarono i canali che rendevano verdi e fertili le pianure accanto ai grandi fiumi, più che per le conseguenze (pur disastrose), del sacco e dell'incendio di Bagdad; il Potere in Mesopotamia é sempre funzione della gestione dell'acqua.
Capirete quindi, cari lettori, quanto piacere ci faccia annunciare che le truppe regolari irakene e la milizia sciita Badr abbiano conquistato, perfettamente integra e funzionante, la Diga di Adhaim, al confine tra Salahuddine e Diyala, strappandola ai trogloditi dell'ISIS. Come nel caso della Diga di Muqdadiyah l'evento ha molta più rilevanza della conquista di una città o di uno snodo stradale, visto che fa tornare in mano alle autorità legittime una delle 'chiavi' dell'amministrazione del potere nel paese.
L'avanzata delle forze di Bagdad é stata tanto rapida e vittoriosa che i takfiri del defunto 'Califfo' (tenuto "in vita" solo con ridicoli messaggi audio evidentemente prodotti da imitatori), non sono nemmeno riusciti a mettere parzialmente in atto le loro minacce di distruggere o danneggiare la struttura piuttosto che perderne il controllo.
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