Mezza giornata di tregua umanitaria invocata dall'ONU ha permesso a molti abitanti del martoriato capoluogo cirenaico di Bengasi di allontanarsi dai quartieri devastati dai combattimenti tra le milizie islamiste, le unità dell'Esercito fedeli al Governo e le forze del Generale Haftar.
La pausa negli scontri ha inoltre permesso la rimozione dei cadaveri, la raccolta dei mucchi di rifiuti che iniziavano a costituire un grave problema igienico sanitario e il trasporto nelle zone più bisognose di quei magri rifornimenti di cibo e medicine che é stato possibile fare affluire.
"La tregua umanitaria darà alla popolazione civile la possibilità di allontanarsi dalle zone più pericolose della città e contiamo sull'impegno di tutte le parti per il suo rispetto e, eventualmente, per il suo prolungamento ulteriore".
Ormai sono quasi 500 i morti dall'inizio dell'offensiva contro Bengasi; tra questi molte dozzine di civili, presi nel fuoco incrociato o periti sotto i bombardamenti aerei.
L'unica speranza, come in Iraq, è che Putin consegni elicotteri ed armi ad Haftar ed Al Sisi perchè eliminino i terroristi takfiri al soldo di Israele, GB e USA.
RispondiEliminaFederico
Sese con la benedizione degli evirati arabai uniti. E basta con sto mantra che al sisi (e ora Haftar...ripeto HAFTAR) sono un baluardo di non si sa bene che anti imperialismo
RispondiEliminaEvidentemente le sue simpatie/antipatie personali le impediscono di vedere la REALTA', che é la dimensione dove tutti, volenti o nolenti (Lenin docet!), siamo costretti a vivere e operare.
EliminaSenza Al-Sisi adesso le milizie di Bengasi starebbero ricevendo armi e rifornimenti dall'Egitto comandato da Morsi e teleguidato a distanza da Qaradawi e Al-Thani, quanto le piacerebbe questa prospettiva????