Una fonte semi-ufficiale, rappresentata dall'Ex-consigliere del Ministero saudita del Petrolio, Mohammed Suroor al-Sabban, ha dichiarato che l'OPEC (l'organizzazione dei paesi petroliferi egemonizzata dall'Arabia Saudita) non ha 'alcuna intenzione' di abbassare le sue attuali quote produttive (circa 30 milioni di barili al giorno).
Questo vuol dire che l'offensiva dei prezzi petroliferi scatenata per ordine del nero della Casa Bianca, mirata a tentare di danneggiare le economie di Russia e Iran, é almeno per ora destinata a continuare.
Come abbiamo spiegato nel nostro articolo in merito, tale 'offensiva' ha un costo altissimo per Obama, visto che mette totalmente fuori mercato l'impuro e inquinantissimo Shale Oil estratto negli Usa al costo di distruggere l'ambiente.
Invece, grazie alla enorme 'fame' di greggio a buon mercato della Cina (che deve costituire una riserva strategica in grado di farla sopravvivere per due-tre anni, in caso di guerra mondiale che interrompa o riduca grandemente i commerci) Iran e Russia stanno sopportando l'urto dei bassi prezzi vendendo quantità più alte del solito di greggio a Beijing.
Inoltre, il precipitare del prezzo del petrolio fa deprezzare anche i beni-rifugio, in primis l'oro, e questo permette a Mosca di aumentare considerevolmente la propria riserva aurea in prospettiva di una 'guerra economica' di lunga durata.
tra Iran e Russia, serve una politica sincera.
RispondiEliminaVv la vittoria
L'Iran sapra' trovare i mercati giusti alla faccia dei merdosi takfiri .... intanto l'Italia se seguer questo carrozzone e' destinata a fare una brutta fine ...
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