La coalizione creata da Casa Saoud per aggredire il piccolo, orgoglioso Yemen in origine contava Bahrein, Qatar, UAE, Egitto, Marocco, più i vendipatria di Hadi, i terroristi di Al-Qaeda in Yemen e i mercenari africani reclutati in Somalia e Sudan.
L'Egitto non partecipò mai alle operazioni militari, sganciandosi ben presto, e il Qatar fece lo stesso ancor prima del 'rift' politico-diplomatico che ha separato Riyadh da Doha.
Adesso un altro prezzo del mosaico saudita si sgancia e torna a casa; parliamo infatti del Marocco.
Ufficialmente la causa per il ritiro degli F-16 che hanno contribuito a martirizzare il popolo yemenita é il 'timore' per una ripresa dell'attività del fronte POLISARIO nel Sahara Occidentale, ma si può facilmente immaginare che a Rabat si siano stufati di mantenere parte della loro aeronautica impantanata in un conflitto che non sembra avere vie d'uscita.
Non abbiamo dati certi sul numero attuale di F-16 marocchini che abbandoneranno la Penisola Arabica ma comunque dal punto di vista politico il gesto ha una notevole importanza, anche al di là del loro effettivo contributo militare.
Riyadh, infatti, é sempre più isolata.
Per la perdita costante di sostegno nel mondo arabo la pedocrazia saudita rimarrà sola, i regnuncoli del golfo non fanno testo, purtroppo però il sostegno che riceve dagli occidentali non accenna a diminuire, è quindi una fortuna che l'occidente con le sue gesta criminali e indecenti perda costantemente credito nel mondo intero.
RispondiEliminaNove poveri negretti Fino a notte alta vegliarono: uno cadde addormentato, otto soli ne restarono.
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