Ci perdonino i nostri lettori più seriosi per l'infantile calembour del titolo, ma la tentazione per ironizzare un po' su una vera e propria tragedia, cioé l'esaurimento delle risorse naturali palestinesi per mano dell'illegale regime ebraico di occupazione ha avuto temporaneamente la meglio. Il tumore sionista in terra di Palestina, infatti, come tutte le metastasi sottrae sangue e nutrimento all'organismo sano, indebolendolo e fiaccandolo; é di pochi giorni fa la notizia (riportata dall'outlet sionista "Globes") che le pompe estrattive del pozzo Mari B del giacimento metanifero offshore di Yam Tethys hanno iniziato a portare a galla acqua salata anziché gas naturale, segno eloquente del prossimo esaurimento del giacimento.
Riflettete con noi, il metano di quel giacimento si trovava in acque territoriali Palestinesi, doveva venire estratto a beneficio dei Palestinesi, invece gli invasori ebrei lo hanno occupato, vi si sono attaccati come sanguisughe e lo hanno PROSCIUGATO; chi compenserà i Palestinesi e i loro discendenti del furto subito? Chi farà pagare il regime dell'Apartheid per questo latrocinio? Anche per questo, ribadiamo, siamo totalmente scettici e critici verso l'elemosina ONU di un 'riconoscimento' dello Stato palestinese sui confini del 1967; perché anche quando arrivasse esso lascerebbe aperta la questione della Palestina occupata dal 1948, dove anzi, proprio in virtù dei 'confini' del riconoscimento probabilmente i sionisti si sentirebbero in qualche modo 'autorizzati' a permanere e a continuare nella loro opera di sfruttamento e distruzione del patrimonio naturale di pertinenza palestinese.
Gli analisti del mercato sionista delle commodities hanno già previsto un rialzo dei prezzi delle bollette elettriche e una più pesante dipendenza da diesel e altre forme di generazione dell'elettricità più costose e inquinanti (e di nuovo Israhell in questo modo danneggerà e contaminerà ulteriormente la terra di Palestina illegalmente occupata). Tra questa notizia e la pressoché totale interruzione del pompaggio di gas dall'Egitto (al centro di un vastissimo scandalo di corruzione che coinvolge la stessa famiglia Mubarak e che costituisce uno dei principali capi d'accusa contro i figli dell'ex dittatore) le prospettive per Israhell si fanno sempre più 'buie' e le tensioni con Libano e Turchia per lo sfruttamento dei giacimenti sottomarini del Mediterraneo Orientale sempre più probabili e pericolose.
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