Il mutevole rapporto fra i due più importanti Paesi islamici del Vicino Oriente, ovvero Iran e Turchia, ha caratterizzato gli ultimi 400 anni delle relazioni internazionali. Dai tempi dell'Impero ottomano e dell'Impero safavide infatti, i due Paesi intrattengono rapporti di vicinato, caratterizzati da un alternarsi di pace e guerra fredda. Passando al XX secolo possiamo dire che l'apice dell'amicizia tra i due Stati si è rivelato il periodo tra gli anni '40 e gli anni '70, quando i due governi, entrambi alleati dell'Occidente, e dalla fine della II guerra mondiale agli ordini degli USA in funzione anti-sovietica, allacciarono non solo legami economici e politici, ma anche militari, entrando insieme al Pakistan in un'allenza strategica (CENTO) per evitare lo sfondamento verso i "mari caldi" dell'URSS.
Dalla Rivoluzione islamica del 1979, e la caduta del regime filo-americano in Iran però, le cose sono cambiate. L'alleanza tra Iran e Turchia è venuta meno e da allora iniziò un periodo di "guerra fredda" tra i due Paesi culminata con l'inserimento dell'Iran nella lista nera dei "nemici" della Turchia (gli altri nemici giurati erano coonsiderati la Grecia, la Siria, l'Iraq e la Russia). Dalla salita al potere in Turchia dei movimenti politici legati all'islam, dalla fine degli anni '90 però, la situazione era nuovamente cambiata, con un notevole miglioramento dei rapporti bilaterali.
Le prese di posizione del leader turco Erdogan in favore della pace e dell'amicizia con i Paesi rivoluzionari dell'area, Iran e Siria in primis, sembrava aver traghettato la Repubblica fondata da Ataturk verso posizioni più indipendenti dagli USA e da Israele. Le relazioni economiche tra Iran e Turchia poi, sono cresciute notevolmente negli ultimi anni, arrivando a sfondare quota 15 mld di dollari nel 2011. Entro il 2015 i due Paesi dovrebbero arrivare a un interscambio di 30 mld, rappresentando un polo economico di primo piano nel mondo islamico.
La Primavera Araba e la vicenda siriana degli ultimi mesi però, sembrano aver peggiorato i rapporti tra i due Paesi, visto il sostegno dell'Iran alla Siria, e l'aiuto della Turchia ai ribelli armati provenienti dai Paesi arabi e non (ormai è chiara in Siria la presenza di cittadini francesi e inglesi impegnati nelle battaglie in varie città). Di recente il Primo ministro turco Erdogan si è recato in visita ufficiale a Tehran per discutere con le autorità iraniane di vari argomenti, tra i quali la crisi siriana, ma è stato chiaro che le posizioni dei due governi sulla questione rimangono distanti. Pochi giorni fa la Turchia avrebbe anche deciso di tagliare di un quinto le importazioni petrolifere dall'Iran, in ossequio alle sanzioni americane nuovamente emanate da Obama. L'Iran poi ha deciso di proporre Baghdad, la capitale dell'alleato Nouri al-Maliki, come città ospitante per il meeting col gruppo 5+1 sulla vicenda nucleare, e non Istanbul come era avvenuto in precedenza, mandando su tutte le furie Erdogan.
Insomma, la luna di miele durata qualche anno tra Iran e Turchia sembrerebbe verso il tramonto, ma vi sono ancora molti interessi comuni per abbandonare un'amicizia che può avere solo benefici per la stabilità della regione. Dalla questione "curda", agli affari economici sempre crescenti, le cose in ballo sono troppe per permettersi il lusso di deteriorare i rapporti bilaterali tra questi due attori fondamentali della politica regionale.
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