giovedì 5 aprile 2012

Il Cacciatorpediniere iraniano "Jamaran" salva mercantile dai pirati e ne cattura dodici dopo un giorno e mezzo di scontri in alto mare!


Ancora una volta é toccato allo "Jamaran", cacciatorpediniere di totale produzione nazionale, vanto e orgoglio dell'IRIN, scendere in campo contro la minaccia dei pirati che, dalla Somalia sconvolta da venti anni di guerra civile e, più recentemente, dalle manovre imperialistiche di Usa, Israele, Francia e dei loro lacché locali, Kenya ed Etiopia, si lanciano contro le navi mercantili a bordo di gusci di noce e armati con mitra e lanciarazzi, nel tentativo di prenderle in ostaggio e lucrare poi un riscatto alle compagnie di navigazione.

Questa volta i moderni bucanieri avevano preso di mira un mercantile iraniano carico di 10mila tonnellate di beni containerizzati, tendendogli un agguato in pieno oceano, a oltre 3000 chilometri dalla più vicina costa iraniana; quando il 'Jamaran' col suo naviglio di scorta ha raggiunto il luogo dell'attacco i pirati erano già a bordo e si lamentavano due morti e un ferito tra l'equipaggio.

La particolare situazione richiedeva decisione e fermezza per essere gestita e i fanti di marina dell'IRIN non sono venuti meno alle aspettative: balzati a bordo dei loro motoscafi si sono catapultati sulla nave abbordata e hanno iniziato un teso confronto con gli originari assalitori, avendone ragione dopo 36 ore di battaglia, senza riportare alcuna perdita, catturando dodici avversari ed evitando che vi fossero ulteriori morti o feriti tra l'equipaggio.

Il 'Jamaran' ha quindi scortato il mercantile liberato fino in Iran, dove ha altresì consegnato i pirati a un tribunale competente che li giudicherà per i loro crimini.
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1 commento:

  1. Dietro la pirateria somala ci sono grossi interessi occidentali, i pagamenti dei riscatti vengono fatti su Londra e le informazioni ai "pirati" arrivano dai Loys sempre di Londra.
    Riescono così, o ci provano, a "punire" atteggiamenti non grati a Washinton e/o a TelAviv da parte di paesi alleati che curano i propri interessi, oppure, a colpire il traffico mercantile iraniano o cinese o indiano ed effettuare "controlli" impropri che fatto da una marina ufficiale sarebbe un atto di guerra.
    Gli iraniani sono dei veri duri e non sparacchiano ai pescatori...idem dicasi di indiani e di russi che "dialogano" a colpi di cannone quando sono in vena di moderazione...
    Ivan

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