Il Primo Ministro del Governo di Estrema Destra attualmente al comando del regime ebraico di occupazione della Palestina, Benji Netanyahu, avrebbe obbligato gli alti papaveri dell' "Istituto" ('Mosssad'), massima entità dei servizi segreti di Tel Aviv, a suonare il 'dietro front' e il 'passo di corsa' per tutti gli operativi israeliani che, dall'interno della Repubblica Islamica tentavano di organizzare omicidi e attentati con lo scopo di provare ad arrestare o quantomeno a rallentare i progressi di Teheran sulla strada dello sviluppo di proprie, autonome capaacità nucleari.
"Il Primo Ministro" rivelano alla rivista "Time" alcuni dirigenti del Mossad, che accettano di affrontare la spinosa questione dietro promessa di mantenere il più discreto anonimato, "E' che é 'letteramente atterrito' dall'idea che qualche agente potesse venire catturato dal controspionaggio di Teheran e quindi mostrato alle telecamere gli fa praticamente perdere la ragione; soprattitto con le elezioni politiche che si fanno più vicine una simile evenienza potrebbe segnare la fine della sua carriera.
Un affidabile rapporto dall'Iran ha dettagliato che una squadra di agenti armati ed equipaggiati dal Mossad (ma quindi che non comprendeva suoi membri), é stata catturata negli scorsi giorni dalle forze iraniane ed é quindi stata tradotta in custodia dove i suoi membri stanno venendo interrogati riguardo all'assassinio di Massoud ali Mohmmadi, ingegnere impegnato nel programma nucleare ucciso nel 2010 da un congegno esplosivo.
Un membro dell'organizzazione distrutta dal controspionaggio iraniano, un certo Majid Jamali Fashid, starebbe attivamente collaborando con le autorità iraniane e avrebbe già rivelato loro la maggior parte dei dettagli su come la cellula terroristica veniva 'gestita' dagli uomini del Mossad; da qui la necessità di farli esfiltrare rapidamente dal paese, facendoli tornare nel regime ebraico. Secondo il Mossad e altri servizi occidentali l'Iran, all'atto di far 'saltare' il gruppo di agenti al servizio di Israele ha potuto godere dell'aiuto decisivo di un altro paese mediorientale. Istintivamente i nomi di Libano e Siria, tradizionali alleati di Teheran, saltano alle labbra, ma non vi sono conferme in merito; forse l'essenziale aiuto é venuto da Bagdad, nell'ambito del progressivo allineamento dell'Irak su posizioni filoiraniane o, forse, da un altro paese ancora...
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