Sembra proprio che la marcia di avvincinamento alla molto invocata e attesa Terza Intifada si presenti punteggiata e scandita da atti spontanei di Resistenza, condotti da persone non legate a fazioni o organizzazioni della lotta organizzata.
Per quanto episodico anche questo metodo di lotta ha dei lati positivi: contro di esso risultano infatti impossibili da utilizzarsi le normali armi della repressione poliziesca in cui i nazisti a sei punte di Tel Aviv sono espertissimi avendo praticato la persecuzione razzista per decenni e decenni nella più totale tranquillità.
Ogni automobile, ogni furgone, ogni spranga di ferro, ogni coltello da cucina può diventare un arma in mano a un Palestinese esasperato, a patto però che Egli sia disposto a correre il rischio di venire quasi certamente martirizzato una volta compiuto il suo atto.
Noureddine Abu Hashiyeh, diciassettenne, abitante legittimo della Palestina nato e cresciuto in un campo profughi della West Bank (Askar) a causa dell'invasione sionista, ha preso in mano un coltello e lo ha rivolto contro un soldato delle forze di occupazione. Gli apologeti dell'Apartheid grideranno al 'terrorismo', ma noi salutiamo nel suo gesto una legittima iniziativa di lotta armata.
Per fortuna il suo bersaglio é morto sul colpo.
Noureddine é stato catturato e sicuramente ora sta venendo torturato dai sadici sbirri sionazisti.
Il suo gesto però ha ispirato un altro palestinese che sempre armato di coltello ha colpito tre invasori residenti nella colonia illegale di Alon Shvut, uccidendone uno (pare una donna). Ricordiamo che colpire gli abitanti delle colonie illegali non può essere considerato atto contro civili, visto che essi partecipano all'occupazione di territorio invaso militarmente e sono perciò da considerarsi miliziani.
Le nubi nere si addensano soprano l'entità sionista e le colonie americane europee, Italia in testa......Una grande tempesta purificatrice laverà via nel sangue troppi anni di soprusi, corruzione, schiavitù e umiliazione.
RispondiEliminaFederico