Le recenti vittorie ottenute nella Provincia di Raqqa hanno portato gli uomini della Forza Tigre a poca distanza da Al-Rasafah, mentre dopo la conquista di Arak le avanguardie delle truppe che avanzano ad Est di Palmyra sono a circa 40 Km da Sukhanah.
A questo punto si pone un grave dilemma al Comando Siriano: continuare ad avanzare per arrivare il prima possibile a Deir Ezzour? Oppure fermarsi e rettificare il saliente che si estende nell'Est della Provincia di Hama, "risparmiando" 300 Km di fronte e liberando circa 12.000 uomini di truppa che ora lo presidiano?
Non ci sono ostacoli naturali o posizioni intermedie oltre Sukhanah e al di là di Al-Resafah, l'orografia dell'Est della Siria non consente la creazione di ulteriori linee d'arresto, ma corridoi d'avanzata troppo lunghi e sottili sono pericolosi, e lo si é già visto nella primavera del 2015 con Idlib.
secondo me faranno entrambe le cose, una andrà verso Deir e l'altra salirà a nord per chiudersi.
RispondiEliminaRettificare il fronte... prima occupare i pozzi a sud di Raqqa per fermare i curdi...bonificare tutto l'est della provincia di Aleppo... chiudere in una sacca l'est di Hama... e procedere verso Deir ez Zoir da due direttrici, sud di Raqqa e Sukhanah per rompere l'assedio...
RispondiEliminaIosif Vissarionovic...
Il Direttore lascia intendere quale sia la sua preferenza per la strategia da adottare, ed è anche la mia.
RispondiEliminaDeir Ezzor è teatro di una massiccia offensiva da parte dell'ISIS che però per ora ha ottenuto solo uno sfondamento contenuto con la perdita della rotonda Panorama ed altre installazioni.
Posto che bisogna trovare un modo per fare arrivare cingolati a Deir Ezzor e possibilmente altri rinforzi aviotrasportati, è più importante consentire una razionalizzazione del fronte operativo: trecento km di deserto oltre ad essere tanti sono anche di rilevanza tattica e strategica. Non è l'esercito a dover avanzare, ma le bande ISIS che se volessero riattaccare la strada per Ithyria dovrebbero farsi centinaia di km allo scoperto con ciò consentendo più margini per difendersi una volta localizzati gli assembramenti qualora non sia possibile il bombardamento. Inoltre dalla provincia di Idlib su cui ci sono state recenti trasferimenti di miliziani può sempre venire il pericolo di offensive di alleggerimento in soccorso dei loro compagni tagliagole dell'ISIS e pertanto una più spessa e vasta chiusura della sacca è più auspicabile rispoetto ad una sottile striscia vulnerabile a colpi di mano e attacchi colpisci&scappa.
In tutto questo è altrettanto importante far arrivare rinforzi materiali e umani a Deir Ezzor perchè il Califfato ha trasferito lì quasi tutto il suo potenziale offensivo (o almeno quel che ne resta) e sarebbe una beffa oltre che una catastrofe logistica e tattico-strategica perdere Deir Ezzor mentre si combatte a Raqqa.
Concordo con Anonimo 16 giug.2017 10:00, sulla rettificazione del fronte da 300 a 100 Km., come già detto dal Direttore; ma
Eliminacomunque, far arrivare a Deiz Ez-Zour, rinforzi di uomini e mezzi. Mentre è da portare avanti con supporto irakeno, la sicurezza dei confini, in modo speciale sul basso Eufrate.
Marcus Claudius Marcellus
bisogna chiudere le sacche (altrimenti i topi scappano) e quando sono ben chiuse e ristrette si mette una bella batteria di TOS-1 in fila e caricata con missile a testata termobarica et voila ! un bel 5 gennaio (falò) di purifucazione! . lasciate fare al Signor (ghe pensi mi) BURATINO.
RispondiEliminaqui non servono le tempeste di cervelli dei gallonati siriani. l'unica cura (con l'unica medicina possibile) si chiama TOS-1. il resto sono solo seghe mentali
To-pol To-pol To-pol!!!
RispondiEliminasei SEMPRE il solito esagerato!!!! mandiiiii.... XD!!!!!!
EliminaCondivido il pensiero del signor Netto
RispondiEliminaCerto che avanzare nel deserto per 100 km allo scoperto è dura. Ci vorrebbe una copertura aerea costante, ma non ci sono aerei russi sufficienti in Siria. Meglio chiuder la sacca.
RispondiEliminaPrendere Sukhana e metterla a ferro e fuoco: i barbari che saccheggiavano Palmira partivano da e ripiegavano su quella piazzaforte.
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