Il simposio a cui Salah doveva partecipare avrebbe visto la presenza di numerosi membri del Parlamento e di diversi Pari d'Inghilterra; ovvio che l'agguerrita e potente lobby ebraica inglese non avesse alcun interesse a lasciare che la personalità da più parti definita come "Il Gandhi di Palestina" riuscisse a sensibilizzare una simile platea riguardo ai continui tentativi di giudaizzazione forzata e pulizia etnica che stanno letteralmente assediando la comunità palestinese gerosolimitana, vittima di aggressioni, espropri, demolizioni e 'tranelli burocratici' volta a defraudarla delle proprie radici e della propria identità prima ancora che delle sue case e dei suoi immobili.
Immediatamente si sono registrate reazioni alla inqualificabile condotta antidemocratica delle autorità inglesi; la parlamentare palestinese Hanin Zoabi ha inviato un messaggio all'ambasciatore britannico a Tel Aviv esprimendogli tutta la delusione per la mancanza di polso e di spina dorsale dimostrata dal suo paese con questo increscioso comportamento; organizzazioni palestinesi e musulmane hanno invitato aderenti e sostenitori a manifestare in massa davanti a consolati, sedi diplomatiche e istituzionali chiedendo l'immediato rilascio di Salah e una politica equanime e rispettosa di coloro che lottano contro l'Apartheid sionista.
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