Nuova colossale batosta per l'interventismo cialtrone degli emiri del petrolio che puntavano, attraverso il potere dei soldi, delle armi, delle menzogne di riuscire a rovesciare con la sedizione e il terrorismo il Presidente siriano Bashir Assad e installare a Damasco una qualche 'junta' sunnita-wahabita che interrompesse la continuità territoriale tra il Libano di Hezbollah, l'Irak di Moqatada al-Sadr e l'Iran di Khamenei e Ahmadinejad. Scucendo mazzette miliardarie nei confronti dei paesi arabi meno affluenti o fortunati i re-fannulloni del Golfo Persico erano riusciti a dirottare le risoluzioni della Lega Araba in senso anti-siriano, passando una mozione (peraltro illegale nei termini e nella procedura di approvazione) che sospendeva unilateralmente Damasco dall'assise, varando sanzioni, chiedendo ufficialmente che l'ONU emanasse una risoluzione che prevedesse l'uso della forza contro la Repubblica araba baathista.
Bene, tutto questo ha avuto ufficialmente fine nella giornata di ieri, sabato 10 marzo, quando, al termine di una lunga e strenuante trattativa il Ministro degli Esteri di Mosca Sergei Lavrov, in viaggio ufficiale al Cairo, ha strappato al Segretario Generale della Lega Nabil el-Arabi l'assenso a un piano di composizione della crisi siriana che esplicitamente e chiaramente rifiuta "a priori" qualunque forma di intervento internazionale sul terreno, specialmente se armato, e invita, come condizione necessaria per l'avvio di un dialogo fruttuoso, partiti e organizzazioni dell'opposizione a distanziarsi da qualunque gruppo e banda armata e a dichiarare l'illegittimità di ogni protesta portata con la violenza.
Quando si pensa che soltanto poche ore prima il Ministro degli Esteri qatariano Hamad bin Jassem Al-Thani aveva ufficialmente chiesto alla Lega di "sostenere l'invio di truppe arabe in Siria" e dichiarava che "In Siria non vi sono gruppi armati stranieri" quando invece numerosi cittadini del Qatar sono caduti in mano dei soldati di Assad con la riconquista di Homs e Baba Amr da parte delle forze governative, risulta evidente in tutta la sua magnitudine la portata della debacle subita dai presunti onnipotenti sceicchi dell'oro nero.
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