Come é facile la vita per Re Saoud; i suoi amici sionisti di Tel Aviv, quando vogliono fare imprigionare un attivista politico che lotta contro il loro regime di occupazione ed Apartheid devono riesumare una consuetudine dei vecchi occupanti coloniali britannici (patroni del Sionismo fin dalla disgraziata dichiarazione di Balfour) che in Terra di Palestina introdussero al tempo del loro 'mandato' la ancor oggi tristemente in voga 'Detenzione Amministrativa'; il sovrano di Casa Saoud, ultimo regnante assoluto del pianeta, non ha bisogno nemmeno di queste 'foglie di fico', convoca il capo dei reali giannizzeri e fa sbattere il malcapitato in qualche caìna...senza accuse, senza processo...e ovviamente senza avvocato e senza diritti.
Qualcuno, ogni tanto, se ne accorge, come le anime belle di Amnesty International, un'organizzazione che contro l'Arabia Saudita (ma anche contro Israele, il Bahrein, lo Yemen, il Qatar e tutti gli altri manutengoli dell'imperialismo Usa in Medio Oriente) dovrebbe mantenere un permanente stato di 'Jihad' (detto senza intenti blasfemi, sia ben inteso), ma che, per superficialità o ipocrisia, si "attiva" contro le violazioni dei diritti umani di Riyadh, per così dire a "corrente alternata", anche se esse sono continue e ininterrotte.
Un rapporto recentemente rilasciato dalla branca londinese di Amnesty lamenta che, a un anno dalle dimostrazioni pianificate per il marzo 2011, quando attivisti sauditi stavano organizzando una "Giornata della Rabbia" a imitazione di quelle tunisine ed egiziane, e i loro piani vennero sventati da una serie di retate, arresti e fermi di polizia, alcuni degli attivisti coinvolti nella protesta sarebbero ancora in galera, in 'incommunicado', senza un'accusa precisa e senza una sede in cui potersi fare patrocinare o difendere. "Tenere in cella dodici mesi le persone per avere avuto la mera intenzione di tenere una dimostrazione é inaudito e inaccettabile", grida Philip Luther, Direttore ad Interim di Amnesty per il Medio Oriente e il Nordafrica. Chissà dove era Mr. Luther quando la scorsa settimana gli sgherri di Saoud ammazzavano manifestanti uomini e donne, solo per avere osato scendere in piazza? Misteri delle ONG umanitarie!
Intanto il germe della rivolta si estende sempre più largamente e sempre più profondamente nella società saudita: ormai non sono più solo gli sciiti dell'Est ad essere in fermento, nella scorsa settimana le studentesse dell'Università femminile "Re Khalid" di Abha hanno annunciato uno sciopero in risposta a un 'raid' delle forze di sicurezza condotto all'insegna dell'intimidazione e del sopruso, risultato nel ferimento di 53 ragazze. In carcere, il militante per i diritti umani Mohammed Albajady é arrivato al 16esimo giorno di sciopero della fame e tra questi segnali di insofferenza si comincia a prospettare per l'ultimo reame assoluto della terra la possibilità di seguire il fato di tutti quelli che lo hanno preceduto.
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RispondiEliminaAmnesty International non sono delle belle anime ma delle belle merdacce!
Sono della stessa congrega di "giornalisti senza frontiere", prendono i soldi delle varie NED USAID e compagnia cantando e poi ogni tanto per rifarsi l'imene rotto parlano anche dei regimi tirannici filo occidentali.