Di fronte al collassare progressivo del tentativo di destabilizzazione armata della Siria, con la controffensiva dell'Esercito di Damasco che ha schiantato il tentativo di provocatori e terroristi di 'radicarsi sul terreno' nella zona di Homs, Baba Amr e che procede impedendo ai pochi superstiti di riposizionarsi in altre aree (Hama, Daraa, Idlib...) l'amministrazione Obama ha richiesto agli analisti del Pentagono una "realistica previsione" sulle prospettive di una azione militare diretta contro la Repubblica araba, anche privo del mandato ONU, ma, a quanto risulta dalle nostre fonti, la risposta arrivata dal Ministero della Guerra é stata meno che incoraggiante per eventuali fantasie interventiste.
"Nel migliore dei casi", hanno riportato gli studi del Pentagono "non si possono dare limiti temporali a un'azione militare contro la Siria al di sotto di diversi mesi di campagna, con proiezioni di perdite ben al di sopra di quelli che vengono normalmente considerati i limiti tollerabili per poter dare 'luce verde' a un'azione militare americana: al contrario dell'Irak di Saddam Hussein, nazione fiaccata da otto anni di guerra costosissima contro l'Iran nel 1991 e ulteriormente stremata da 12 anni di strettissimo embargo internazionale nel 2003, al contrario dell'Afghanistan del 2001, letteralmente atomizzato da otto anni di occupazione sovietica e tredici di guerra civile, la Siria é un paese con un sistema difensivo intatto, relativamente moderno e, soprattutto, niente affatto intaccato dagli eventi degli ultimi mesi".
"Mancano del tutto i requisiti per uno scollamento tra opinione pubblica (in grande maggioranza fedele ad Assad) e Governo: se anche nell'ultimo anno i prezzi dei generi di consumo si sono alzati, la disoccupazione é salita e vi sono state penurie di carburante, le grandi manifestazioni che si sono viste per motivi simili in Tunisia, Egitto e altri paesi toccati dalla Primavera Araba non si sono per nulla viste in Siria, cosa che ha costretto le emittenti arabe e occidentali anti-Assad a usare scene di repertorio o filmati ripresi in Turchia, Libano e Arabia Saudita e spacciarli come scene della 'rivolta siriana'. Se almeno il sostegno ad Assad fosse limitato alla sua setta, quella alawita, si potrebbe lavorare a vincere alla causa della sua rimozione le altre componenti etnico-religiose ma purtroppo gli sciiti, i cristiani, i drusi, persino i curdi vedono la sua permanenza al potere come garanzia dell'inviolabilità dei loro diritti e dei loro privilegi".
Inoltre, prosegue la valutazione strategica, "le notizie di diserzioni di massa e di saccheggi di arsenali e basi militari, ammette il documento, sono esagerazioni mediatiche o pure e semplici invenzioni; in realtà il tasso di diserzione é quasi inesistente e tutte le principali strutture delle forze armate sono intatte. L'Esercito siriano, forte di 330mila soldati in servizio attivo più ulteriori forze di riservisti mobilitabili in caso di emergenza continua a essere quello che é sempre stato, un organismo solido, efficiente, programmato per affrontare ed eventualmente sconfiggere le forze armate israeliane in un prossimo duello per il Golan".
Il Luogotenente Lang, pilota dell'A-6 abbattuto dalla contraerea siriana sul Libano nel dicembre 1983, morì toccando terra col paracadute. |
Civili libanesi e militari siriani festeggiano l'abbattimento degli apparecchi americani. |
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