Nel tentativo di tenere celati i suoi orrendi abusi contro la legittima popolazione palestinese il regime ebraico di invasione deve disperatamente tenere lontana ogni fonte di cronaca indipendente e non addomesticata dal potere plutocratico della Lobby sionista dell'Informazione mondiale (che schiera calibri come CNN, FOX, BBC, Reuters, France Presse, AP e altri colossi dell'informazione globale) dai luoghi dei soprusi, degli assassinii, delle torture e degli arresti arbitrari quotidianamente inflitti dalle sue forze militari e di polizia.
Quando ciò non é possibile allora i reporter e giornalisti indipendenti vanno minacciati, intimiditi o direttamente attaccati e uccisi, come é successo più di una volta negli ultimi anni e come é capitato ancora nella giornata di ieri a Nabi Saleh, dove il cameraman irlandese Tomas Donnellen, originario di Roscommon-Ballinasloe é stato centrato al braccio da un proiettile d'acciaio ricoperto di plastica.
"Non vi é dubbio che chi ha aperto il fuoco volesse chiaramente colpire me", ha dichiarato in seguito, "visto che dove mi trovavo io non vi erano manifestanti che lanciassero pietre o altri proiettili e che la mia macchina da presa e la pettorina che mi identificava come un reporter fossero chiaramente visibili".
Donnellen ha spiegato che dopo averlo ferito al braccio il soldato sionista che gli aveva sparato ha fatto per puntare nuovamente la sua arma contro di lui, e se non si fosse messo a correre verso un muro che lo ha riparato da altri colpi lo avrebbe sicuramente centrato ancora, magari al torace o alla testa (dove proiettili del genere possono facilmente risultare letali).
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