Ventimila pistole, non una, non dieci, non cento, ma ventimila armi da fuoco personali (principalmente pistole ma anche qualche mitra e fucile) sono state rinvenute nel porto egiziano di Port Said nei container di un cargo appena arrivato dalla Turchia. Con il paese ancora preda degli 'aftershock' della rimozione del Presidente Mursi da parte dell'Esercito e manifestazioni di protesta che non accennano a fermarsi da parte dei suoi sostenitori della Fratellanza Musulmana e del Partito di Libertà e Giustizia é facile pensare come tale scoperta abbia fatto alzare al massimo la vigilanza di tutti gli organi di polizia civile e militare d'Egitto, nel timore che forze esterne stiano cercando di 'armare' la mano dell'Ikhwan e spingera allo scontro con l'Esercito.
Il carico di contrabbando é saltato fuori dai container della compagnia di spedizioni "ACM er" e subito ha fatto tornare ai massimi la tensione tra Il Cairo ed Ankara dopo che nei giorni recenti il Presidente anatolico Erdogan aveva aspramente criticato l'operato dei generali egiziani parlando di "golpe" e di "Democrazia soffocata".
Immediatamente il Ministro degli Esteri Davutoglu, una volta artefice di un piano di politica estera che doveva "ammaliare" i paesi arabi con il successo dell'AKP e della sua dirigenza islamica 'illuminata' ha dichiarato che Ankara, all'oscuro di qualunque dettaglio sulla spedizione di armi, si attiverà quanto prima per fare luce sulla sua origine e sulla sua destinazione.
Se fanno tanto gli stronzi altro che ottomani! Otto moncherini!
RispondiEliminaPoi i turchi devono essere presi ogni tanto per il fez, come diceva l'indimenticato batuska Dugaslvilj, e sbatacchiati un pochetto.
Ivan