Centinaia i morti, molti di più i feriti e i prigionieri tra le loro fila. Fra i prigionieri si contano oltre 150 Sauditi, 50 Ceceni, 30 Libici, 20 Afghani, 10 Tunisini, 10 Egiziani, sei Qatarioti e alcuni Libanesi sunniti; altri erano Siriani con precedenti penali come sequestratori, banditi e trafficanti di armi e droga che speravano di profittare nei loro traffici dal caos e dal sangue sparso dalle azioni terroristiche dei mercenari stranieri.
Con la solita vigliaccheria i pochi, dispersi terroristi rimasti in libertà hanno lanciato un'autobomba contro il quartiere druso e cristiano di Damasco, ma, così facendo, dimostrano soltanto la necessità che tutte le minoranze (Cristiani, Drusi, Sunniti, Alawiti, Curdi) rimangano fedeli al Presidente Assad: l'unico che può garantire loro uguaglianza e parità di diritti in una Siria Araba, Laica e Socialista.
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complimenti all'esercito siriano profesionale e molto preparato, tremate criminali
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