Analisti di Tel Aviv nel panico "vedono" già 130mila iraniani alla frontiera col Golan occupato!!

Uno scenario da incubo (per i sionisti): "Dal Mediterraneo al Golan l'Iran sta creando un fronte attivo e diretto, con una presenza militare massiccia che può sorvegliare e tenere in scacco le forze israeliane"; questo quello che uno studio del Middle East Media Research Institute prefigura nel prossimo futuro, anche in conseguenza della massiccia offensiva tuttora in corso nella Siria meridionale.

Quello che sembra preoccupare particolarmente il regime ebraico, che in tutti questi anni ha usato il potere militare convenzionale con impunità ogniqualvolta ha voluto, protetto dalle conseguenze dalla sua capacità nucleare, è il fatto che a differenza dei casi di Hezbollah (entità non-statale)  e delle forze armate siriane (espressione di uno Stato non-nucleare), nel caso della Repubblica Islamica la minaccia militare sarebbe controllata da uno stato sul punto (potenzialmente) di raggiungere la parità nucleare con Tel Aviv e in possesso anzi di un territorio sufficientemente popoloso e vasto da poter reggere anche un eventuale 'primo colpo' sionista.

Una dichiarazione che sembra aver spaventato a morte le teste d'uovo del Media Research Institute é quella rilasciata nel maggio 2014 dal comandante dell'IRGC Hussein Hamedani, il quale aveva prefigurato la creazione di postazioni di comando in Siria sufficienti per poter dirigere "fino a 130.000 miliziani Basij". Tuttavia le dichiarazioni in questione, appena rilasciate, furono rimosse e censurate molto rapidamente.