Il trasferimento di avanzate tecnologie belliche e delle conoscenze e capacità per usarle al meglio nei territori palestinesi (Gaza, ma anche la Cisgiordania occupata) é un punto critico degli interessi iraniani; solo facendo in modo che il regime ebraico di occupazione sia costantemente sul chi vive e debba affrontare sempre più grandi e difficili sfide militari sui suoi immediati confini, infatti, la Repubblica Islamica potrà garantirsi e proteggersi da iniziative sconsiderate di Tel Aviv, come quella, più volte prospettata, di un 'raid' in stile Osirak sulle sue infrastrutture nucleari.
Queste le chiare, piane, esplicite parole pronunciate dal Generale dell'IRGC Iraj Masjedi, consigliere di primo piano del Comandante della Niruye-e-Qods, la parte della Guardia Rivoluzionaria preposta alle operazioni all'estero. Certamente un parere "che conta", e che con ogni probabilità ha già iniziato a muovere le giuste pedine per arrivare a quel risultato.
Masjedi ha lanciato anche un appello alle organizzazioni palestinesi (Fatah in primis) ancora impegnate in sterili 'colloqui' con Tel Aviv di abbandonare quel vicolo cieco e dedicarsi al 100 per cento alla strada della resistenza armata, seguendo l'esempio di Hamas e di Hezbollah, traendo ispirazione dai loro successi contro l'arroganza e la violenza sionista.
Ma l'ha già fatto questo mese il suo consueto briefing con lo Shin Bet, il satrapo Abu Mazen?
RispondiEliminaNotate: non è un iperbole, l'abusivo ha abitualmente colloqui, immaginiamo più che cordiali, con la gestapo.