Gli americani pensavano di avere "eliminato" almeno politicamente Nouri al-Maliki vanificando la sua brillante vittoria elettorale del maggio 2014, quando con la conquista di Mosul e del Nord dell'Irak il Governo dei partiti sciiti (maggioranza nel paese) venne sostituito da un esecutivo di unità nazionale guidato da Haider Abadi.
Tornato politicamente "in pista" come Vicepresidente dell'Irak, Maliki ha avuto gioco ancora migliore a rafforzare i propri legami con la Repubblica Islamica dell'Iran e con Hezbollah, diventando un vero e proprio "volano" in quell'Asse della Resistenza che sta trionfando contro le congiure settarie e le smanie frantumatrici e balcanizzatrici di Londra, Washington e Tel Aviv.
Adesso Al-Manar, l'emittente televisiva libanese legata ad Hezbollah, ha diffuso una dichiarazione di Al-Maliki che riprende quanto già annunciato diverse volte su queste stesse pagine: le milizie popolari irakene Hashd al-Shaabi, una volta distrutto l'ISIS in Mesopotamia, sono pronte ad attraversare il confine, mettersi al servizio del Comando Supremo siriano e contribuire come potranno alla sconfitta del 'Daash' anche nel paese vicino.
Del resto, non avrebbe senso per le milizie irakene, scacciare i takfiri dalla propria patria e poi restare ad aspettare che, magari dopo qualche mese, possano tentare di infiltrarvisi di nuovo.
Assad starà piangendo ..... dalla felicità!
RispondiEliminaMaliki è aiutato dagli sciiti iraniani ,solo in questo modo piò ottenere la potenza militare necessaria a realizzare le sue ambizioni.
RispondiEliminaMa non ho compreso come vedono la cosa i sitìriani ed i russi loro amici.
Per operare in Siria occorre "legare" con i servizi ed i comandi siriani e russi ormai "rodati" da un anno di guerra comune.Occorrerà un bell'impregno da ambo le parti e naturalmente una intesa politica.