giovedì 15 settembre 2011

Ancora sangue in Bahrein, le truppe saudite e i mercenari di Al-Khalifa uccidono un dimostrante 27enne!


Nonostante la soffocante cappa di censura ipocrita calata dai media internazionali sugli avvenimenti che da ormai sei mesi insanguinano l'Isola delle Perle del Golfo Persico le proteste popolari in Barhein continuano senza interruzione e non c'é repressione sanguinosa, non c'é raid negli ospedali, non c'é intimidazione di medici e infermiere, non c'é intervento di truppe straniere o di mercenari pachistani che riesca a soffocare la voglia dei cittadini di imporre un "cambio di passo" alla politica interna del Reame, consegnato a suo tempo dai colonialisti inglesi alla debole e corrotta casata Al-Khalifa per difendere i propri interessi navali e commerciali.

L'ultima vittima della violenta e scomposta reazione del regime alle proteste popolari é un giovane nemmeno trentenne, Seyyed Jawad Ahmadhashem, 27 anni, morto nella giornata di ieri per soffocamento da gas urticante, inalato nella giornata di lunedì a Sitra, sulla costa orientale di Barhein, quando gli scherani di Re Al-Khalifa hanno lanciato dozzine di candelotti CS ('regalo' della democratica e umanitaria Amministrazione Obama) contro un pacifico sit-in di manifestanti che chiedevano l'abdicazione del monarca e riforme democratiche per il paese.

La casa della famiglia Ahmadhashem é subito diventata meta di pellegrinaggio per centinaia di attivisti e concittadini del giovane, che hanno scandito slogan contro il Governo giurando di continuare la lotta per la quale il ragazzo ha perso la vita, diventando l'ennesimo martire che ha versato il suo sangue per un futuro più libero e democratico per il suo paese. Più passa il tempo e più il colpevole e ipocrita silenzio dell'Occidente sui fatti del Barhein mostra quanto inaffidabili e fittizie siano le presunte 'preoccupazioni umanitarie' di Usa, Francia, Inghilterra, UE, Nato e altri "difensori dei diritti" a corrente alternata.
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