A fine maggio 2012 il popolo egiziano verrà di nuovo chiamato alle urne per decidere, dopo le storiche elezioni politiche dello scorso autunno, di scegliere dopo il Parlamento anche il Presidente, che diventerà il primo Capo di Stato egiziano democraticamente eletto, succedendo nei fatti a Hosni Mubarak, ultimo a portare quel titolo prima delle sue dimissioni del febbraio 2011, causate dalla Rivoluzione di Piazza Tahrir.
Ma é possibile che si debba arrivare a un ballottaggio, che si terrà in quel caso tra il 16 e il 17 giugno successivi. Un po' di apprensione suscita l'annuncio che il vincitore possa essere annunciato a fine mese e non immediatamente dopo le votazioni; l'elezione del Presidente renderebbe ridondante e pleonastica la continuata esistenza del cosiddetto "Consiglio Supremo delle Forze Armate" e vi é chi teme che Tantawi e gli altri generali vogliano "aggiustare" i risultati, magari sfavorendo o danneggiando candidati 'scomodi', quelli espressi dai partiti più fortemente antiamericani e anti-israeliani.
Nel recente passato la potente Fratellanza Musulmana egiziana ha dichiarato di non volere presentare un proprio candidato alla competizione presidenziale ma di stare cercando, nel novero dei nomi più accreditati finora emersi come possibili aspiranti alla carica un personaggio "con un background islamico credibile e profondo" su cui far confluire le preferenze di militanti e simpatizzanti.
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