Un grande successo diplomatico e di immagine che dimostra nei fatti come i paesi africani siano in grado, senza interferenze da parte dell'ONU, del campo imperialista e del regime sionista di trovare autonomamente buone e pacifiche soluzioni anche a questioni molto spinose e delicate.
Si é visto ieri a Khartoum, dove, anfitrione il saggio presidente sudanese Omar Bashir, i capi di stato egiziano ed etiope hanno trovato e ratificato un accordo per la gestione delle acque del Nilo che, leggermente deviate dal progetto idroelettrico della Diga del Grande Rinascimento, verranno poi divise tra i tre paesi secondo criteri più equi di quelli stabiliti col precedente accordo dell'Età Coloniale, che penalizzava l'Etiopia a favore dei protettorati britannici dell'epoca.
I dialoghi incrociati che hanno portato a questo incontro e a questo accordo hanno fatto moltissimo per calmare le preoccupazioni egiziane che temevano una manovra etiope per monopolizzare a proprio esclusivo favore la portata del grande fiume sulle cui rive abitan l'85 per cento della popolazione egiziana.
Haile Mariam Desalegn ha fornito prove rassicuranti che il corso delle acque verrà sviato solo di pochissimo e che il bacino della diga del Grande Rinascimento verrà riempito in maniera molto lenta e graduale per permettere alle turbine, una volta a regime, di generare regolarmente 6000 MW di elettricità, necessaria allo sviluppo del paese.
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