Nel 'meraviglioso' mondo regalatoci dall'arroganza imperialista e neocolonialista i 'diritti umani' non valgono per tutti gli esseri umani, ma soltanto per certe speciali categorie care alle elìte di parassiti che manovrano i malati e distorti meccanismi del capitalismo e dello sfruttamento: uccidete un americano, un europeo o un sionista e tutto il formidabile arsenale mediatico del 'libero occidente' si scatenerà in una ridda di starnazzamenti assordanti, anche se l'ucciso era un soldato invasore in Irak o in Afghanistan o un occupante in Palestina, magari impegnato a fare il tiro a segno sui bambini di Gaza o di Cisgiordania (del resto, se riescono a far passare per 'vittima innocente' Gilad Schalit, catturato da dentro il carro armato su cui si preparava a irrompere nella Striscia assediata...), sterminate dozzine o centinaia di afghani, palestinesi, irakeni o africani e nessuno muoverà un muscolo o emetterà fiato...per queste categorie vale il refrain del 'refugee blues' di W.H. Auden.
Una nuova prova in tal senso ci é stata offerta oggi dall'aviazione keniota che, bombardando con i suoi F-5 la periferia della cittadina di Fafadun tra venerdì e sabato é riuscita 'eroicamente' a mandare all'altro mondo dieci civili e a mutilarne e straziarne un numero più che doppio, tra cui molte donne e numerosi bambini, i più gravi dei quali sono stati ricoverati nell'ospedale di Bardhere, come ha confermato ai microfoni di PRESSTV, l'emittente iraniana di lingua inglese il residente locale Mohamed Farah.
Il Kenya, insieme all'Etiopia ha entusiasticamente preso sul serio il ruolo di 'ascaro' dell'occidente imperialista, non esattamente ansioso di ripetere la debacle e l'imbarazzo di 'Restore Hope' e 'Black Hawk Down' e, per compensare le gravi perdite inflitte ai suoi contingenti terrestri dagli audaci e abili guerriglieri musulmani Al-Shabaab ricorre spesso agli attacchi aerei, ottenendo sempre lo stesso risultato: stragi di civili. Le truppe etiopiche invece hanno cercato di manovrare di concerto con una controparte somala, rappresentata non dalle inconsistenti forze 'governative' (che non controllano nulla se non la capitale Mogadiscio e un po' di territorio circostante) ma con la milizia filogovernativa Ahlu Sunna.
Secondo quanto dichiarato da portavoce degli Ahlu Sunna forze militari etiopiche sostenute da circa 45 veicoli si sarebbero spinte fino alla cittadina di Guriel, nella regione di Galgadud, a 300 Km a Nord di Mogadiscio. Guriel, insieme a Dhusamareb e Abudwaq costituisce uno dei vertici di un triangolo di località finora rimaste terreno di contesa tra la guerriglia Al-Shabaab e la milizia filogovernativa.
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