venerdì 30 marzo 2012

La Fratellanza Musulmana egiziana vuole dare lo sfratto al Governo di Kamal Ghanzouri!



"Questo Governo ha fallito in tutti i suoi tentativi di amministrare il paese in un momento molto difficile, non abbiamo notizia o idea di una sola criticità affrontata e risolta da questo esecutivo o grazie ai suoi provvedimenti, tutto ciò che é in grado di fare é emettere comunicati che suonano deboli, piatti e privi di qualunque conseguenza pratica!" con queste vibrate parole Ahmed Sobeh, consulente media del Partito di Libertà e Giustizia, prima forza politica egiziana col 47 per cento di rappresentanza in Parlamento, espressione della Fratellanza Musulmana ha lanciato una potentissima 'bordata' contro il Governo ad Interim guidato da Kamal Ghanzouri, succeduto ad Essam Sharaf dopo la Strage di Maspero dello scorso anno.

Il FJP ha promesso che nei prossimi giorni inizierà a esercitare una "costante pressione" verso il Consiglio Supremo delle Forze Armate onde convincerlo a giubilare Premier e Ministri e che, se provvedimenti in merito non verranno presi, questo dimostrerà che anche la giunta del Maresciallo Tantawi ha ormai raggiunto i limiti della sua utilità nel dirigere e governare il processo di transizione fuori dall'Era Mubarak e verso una Democrazia compiuta e completa all'ombra delle Piramidi. "Aumenteremo la pressione fino a ottenere delle dimissioni, non possiamo permettere che le condizioni del paese peggiorino ulteriormente!".

Il Parlamento recentemente eletto, secondo il documento che fa le funzioni di Costituzione in attesa della promulgazione ufficiale di una nuova Carta, avrebbe tutti i poteri per poter licenziare un Gabinetto governativo che non stia operando soddisfacentemente. Secondo la dichiarazione recentemente rilasciata se la Giunta militare continuerà a sostenere un Governo tanto disfunzionale, in una situazione in cui é chiaro che il paese necessiti di una guida salda e coraggiosa per affrontare le molteplici sfide che lo attendono, sarà un segno che "ulteriori pressioni" saranno necessarie per imprimere una svolta positiva alla scena politica, un'espressione che fa presumere un probabile ritorno alle manifestazioni di piazza.
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