Se c'é una cosa che farebbe felici i sionisti, nel bel mezzo del processo di riavvicinamento e ricomposizione del fronte politico palestinese, dopo gli accordi del Cairo e di Doha tra Fatah e Hamas per la nomina di un Governo di unità nazionale e la chiamata a nuove elezioni sarebbe proprio il rivedere esplodere le ostilità che nel 2007, a causa del tentativo della fazione di Abbas (istigata da Usa, UE e Israele) di rovesciare con le armi il risultato delle elezioni democratiche che il giugno precedente avevano visto il trionfo di Hamas, causò la spaccatura tra la Striscia di Gaza, amministrata dal Governo legittimo di Hamas e la Cisgiordania, rimasta in preda degli abusi sionisti cui i satrapi e i cacicchi di Fatah non sono mai riusciti a porre un freno.
Puntualmente il bufalificio a sei punte si é messo in moto ed ecco che, in un vero e proprio diluvio diarroico di Hasbara sudicia e pestilenziale sono "arrivati" reportage che parlavano di 'proteste a Gaza contro Hamas' e 'arresti in massa di militanti di Fatah', che sarebbero avvenuti nella Striscia costiera negli ultimi giorni. Ovviamente, come chiunque possa verificare consultando le agenzie stampa della Striscia di Gaza o sintonizzandosi su Al-Quds TV, niente di tutto ciò si é mai verificato, come i fantomatici 'proclami anti-Assad' che i media sionisti volevano lanciati da Hamas diverse settimane orsono e mai esistiti o pronunciati.
Per chiarire ulteriormente la cosa, il protavoce del Ministero dell'Interno palestinese, Ihab al-Ghussein ha dichiarato all'Agenzia Quds Press che "E' da negare e smentire qualunque azione legislativa contro membri di Fatah a Gaza, il Governo denuncia questi tentativi interessati di far peggiorare le relazioni tra Hamas e Fatah; né Abu Eita né alcun altro appartenente all'organizzazione di Abbas é stato fermato, arrestato o trattenuto, in questo momento Eita e gli altri uomini di Fatah nella Striscia si trovano a casa, con le loro famiglie".
Ghussein ha inoltre puntualizzato che, se esistono, a Ramallah o in altri luoghi, dirigenti palestinesi che non credono al processo di riconciliazione e che sperano di potere usare l'assedio economico sionista per poter 'segnare punti' contro Hamas e quindi tornare un giorno o l'altro a Gaza a bordo di carri armati o sostenuti da tappeti di baionette, bene, esattamente come sono stati sconfitti e cacciati nel 2007, costoro assggeranno nuovamente il fiele della sconfitta e della frustrazione.
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